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Entra nel vivo, oggi pomeriggio alla Camera, l'esame della legge sul fine vita o suicidio assistito. Se a dicembre l'ostruzionismo praticato dal centrodestra sembrava aver abbassato gli scudi grazie agli emendamenti sull'obiezione di coscienza per medici e operatori sanitari e la via obbligata alle cure palliative prima dell'accesso alla morte volontaria medicalmente assistita, ora le tensioni post Quirinale e le relative ricomposizioni identitarie dei partiti (in chiave proporzionale) potrebbero risollevare quegli scudi e porre ostacoli alla legge che dovrebbe disciplinare il fine vita (e che la Consulta chiede al legislatore con una sentenza risalente a novembre 2019). Sul tema del fine vita incombe anche un referendum su cui si deve esprimere la Consulta tra una settimana. Ed è uno di quei referendum "divisivi" secondo il ministro leghista Giancarlo Giorgetti. E che il segretario del Pd Enrico Letta a settembre 2021 aveva accolto con grandissima cautela dicendo «non sono iniziative del Pd, rifletteremo».
In un momento in cui tutti guardano al Centro, il fine vita potrebbe ora subire la stessa parabola discendente del ddl Zan.
Cos'è il fine vita e cosa comporta? Il video di Mario aiuta a capire di cosa stiamo parlando
I relatori del testo sono Nicola Provenza del Movimento 5 stelle e il dem Alfredo Bazoli. Si basa su quattro pilastri individuati dalla Consulta: il richiedente deve essere in grado di intendere e volere; essere affetto da patologia irreversibile e prognosi infausta (prima le due condizioni erano alternative: il centrodestra ne ha ottenuto la compresenza); dipendere da sostegno vitale; avere delle sofferenze fisiche o psichiche ritenute intollerabili.
Gli emendamenti depositati sono oltre 200 e provengono nella quasi totalità da Fdi, Lega, Forza Italia e centristi tra Coraggio Italia e Noi con l'Italia, oltre ad alcuni presentati da Italia Viva e da Riccardo Magi.
È un tema etico: ci sono posizioni e visioni profondamente diverse. Riassumendo: c'è chi pensa che la vita sia un bene indisponibile e chi crede che si abbia il diritto di decidere in autonomia quando porre fine alla propria vita in determinate condizioni. Oggi si dovrebbe cominciare già a votare sugli oltre 200 emendamenti. Quelli del centrodestra mirano a restringere il più possibile il perimetro dell'accesso al suicidio assistito, mentre nel centrosinistra (Pd, M5S e Leu) c'è una sensibilità più vicina al quesito del referendum sull'eutanasia legale promosso dall'associazione Luca Coscioni.
Il centrodestra rimane contrario a legalizzare una forma di aiuto al suicidio: Lega in testa che è contraria anche al referendum.
Perché serve una legge - È una legge attesa da almeno due anni, da quando nel novembre del 2019 la Corte Costituzionale ha parzialmente depenalizzato (con la sentenza Dj Fabo-Cappato) l'aiuto al suicidio, sollecitando il Parlamento a varare una legge di attuazione.
Ma il tema incombe: c'è anche referendum
Ricordate quando Giancarlo Giorgetti aveva parlato di referendum divisivi che potrebbero bloccare l'azione del governo? La maggior parte dei quesiti sulla cui ammissibilità si pronuncerà la Corte costituzionale il prossimo 15 febbraio, rigurdano il tema della giustizia. Ma c'è anche un quesito che riguarda il fine vita. Sul referendum "Eutanasia Legale" sono state depositate 1.239.423 firme dal comitato promotore: l'Associazione Luca Coscioni. Si chiede la possibilità di accedere al suicidio assistito chiunque sia in grado in intendere e di volere. L'obiettivo del referendum, infatti, è abrogare parzialmente la norma penale che impedisce l’introduzione dell’eutanasia legale in Italia (il cosiddetto omicidio del consenziente, previsto dall’art. 579 c.p).
Il Gazzettino