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Ignazio La Russa è tornato a parlare dell'azione dei partigiani a Via Rasella che èil il presidente del Senato aveva definito «tra le meno gloriose della Resistenza», una pagina «tutt'altro che nobile», durante la quale «furono uccisi» i componenti «di una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS».
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Le scuse
«Ho sbagliato a non sottolineare che i tedeschi uccisi in via Rasella fossero soldati nazisti, ma credevo che fosse ovvio e scontato oltre che notorio. Non so poi se effettivamente è errata la notizia, più volte pubblicata e da me presa per buona, che i riservisti altoatesini inquadrati nella polizia tedesca facessero anche parte della banda militare del corpo», ha detto La Russa. E ha aggiunto: «Fatte salve le persone che hanno commentato pretestuosamente e in prevenuta malafede, voglio invece scusarmi con chi anche in forza di resoconti imprecisi abbia comunque trovato motivi di sentirsi offeso».
In una nota il presidente ha premesso: «Spiace sinceramente che nell'ambito di una lunga intervista rilasciata a Libero, a seguito delle mie poche parole in risposta a una precisa domanda sulle pretestuose critiche indirizzate a Giorgia Meloni in occasione delle celebrazioni per l'eccidio delle Fosse Ardeatine - a cui ho più volte partecipato con profondo sdegno e commozione - sia nata una polemica più ampia di quella che volevo chiudere».
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25 aprile, La Russa e Fontana non invitati
Alla manifestazione nazionale del 25 aprile a Milano non sono stati invitati a parlare dal palco né il presidente del Senato Ignazio La Russa, né quello della Camera Lorenzo Fontana. Cosa già avvenuta negli anni passati (dal palco intervennero Laura Boldrini nel 2013 e Pietro Grasso nel 2017) ma che, dopo le polemiche per le parole su via Raselli prendono un ulteriore significato. «La seconda carica dello Stato - ha commentato il presidente milanese dell'Anpi Roberto Cenati - dovrebbe essere un punto riferimento per tutti, unire il Paese non per dividerlo e lui sta facendo un'azione divisiva denigrando la resistenza che invece è stato un moto unitario di tutti i partiti e di popolo che ci ha liberato dal nazifascismo, ha restituito la libertà a tutti». «È chiaro che al corteo partecipa chiunque vuol partecipare» ha aggiunto, e quindi «tutti sono benvenuti» anche e soprattutto perché «vogliamo che il 25 aprile sia una manifestazione partecipata e non divisiva. Non è una cosa di parte». E anche per questo a parlare dal palco non sono tradizionalmente invitati esponenti del governo «di qualsiasi coalizione siano». E non sempre sono invitate le prime cariche dello Stato. Quest'anno però nella decisione del Comitato permanente antifascista hanno pesato anche le «esternazioni» fatte in passato da La Russa e da Fontana.
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