OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Monta la pressione dei governatori leghisti del nord perché si vada avanti spediti sull'estensione del green pass, malgrado a Roma il partito verde abbia scelto una politica più gradualista, dei «piccoli passi». Un dibattito interno alla Lega che cresce attorno al segretario, sempre più stretto tra l'ala «governista», più vicina alla sensibilità di Mario Draghi, e quella invece movimentista, che chiede maggiore prudenza su questo fronte. Ma Matteo Salvini non vuol nemmeno sentir parlare di spaccatura e anzi rivendica l'esito dell'accordo raggiunto con Draghi: «Questa delle due Leghe è una fantasia che va bene per Topolino. Noi portiamo a casa i risultati: la nostra discussione sui green pass ha spinto tutto il governo a darci ragione sui tamponi salivari, sui tamponi gratis per chi è in condizioni di necessità di famiglie con figli».
Le voci del partito
Detto questo, all'indomani del voto di Montecitorio sul decreto, il governatore del Veneto, Luca Zaia, torna a confermare la sua linea a favore dell'allargamento: «Al livello nazionale c'è stata l'approvazione di ulteriori misure di estensione del Green pass e penso - osserva Zaia - che vadano nella direzione di sostenere la campagna vaccinale».
Anche il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, in passato definì il Green pass uno »strumento di libertà, non di oppressione«. Stessi toni da parte del presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, secondo cui »l'estensione dell'obbligo del Green pass è utile per permettere di proseguire le attività«. Posizioni che vengono definite dallo stato maggiore salviniano come semplici espressioni di sensibilità diverse: »C'è stato un documento - ricorda il capogruppo alla camera, Riccaro Molinari - votato da tutti che contiene 5 punti circa i problemi oggettivi nell'applicazione a tutti del green pass. È evidente che chi, come i governatori, sta a contatto con il territorio è più sensibile a tematiche legate ai contagi di chi non lo è«.
Stessa linea del vice segretario, il veneto Lorenzo Fontana, secondo cui non c'è alcuno scontro: »La verità è che le imprese, più che il nord, vedono con favore il green pass come strumento per evitare il lockdown. Tutto qui. È questa è la linea della Lega. Noi però diciamo anche che che non si deve farlo oggi, con questi dati, costringendo tutti e al contempo paventare il lockdown. Poi però, se aumenta l'ondata, e avremo zone gialle - conclude Fontana - è evidente che se serve il green pass per mantenere aperto lo useremo«. Alberto Stefani, deputato veneto e Sindaco di Borgoricco, un prospero comune del padovano, taglia corto: »Io ascolto spesso quello che chiedono le nostre piccole e medie imprese. E posso dire - aggiunge - che la loro priorità non è certo il green pass più o meno esteso quanto il taglio delle tasse, la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, le nuove assunzioni, insomma, fisco, lavoro e sviluppo. Se il Green pass serve a questo benvenga«.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino