TREVISO - Occupano strutture abbandonate, vero. Però le ripuliscono e adesso pagano pure le bollette. Ieri hanno effettuato il primo bonifico: cento euro spediti alla tesoreria...
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«Non vogliamo passare per parassiti - mette in chiaro Nicola Vendraminetto (in foto) - è giusto che i costi del centro sociale non ricadano sulla città: ci siamo autotassati per rispondere in modo pratico a chi ci accusa di rubare la corrente». Non un atto estemporaneo. «Ci prendiamo l'impegno di pagare le utenze mensilmente - aggiungono dal collettivo - se invece ci verrà assegnato lo spazio, come speriamo, faremo gli allacciamenti per conto nostro». «Qui non abbiamo forzato nulla: abbiamo girato gli interruttori e si è accesa la luce - evidenzia Vendraminetto - il vero scandalo è che il Comune abbia continuato a pagare i costi fissi nonostante la caserma fosse chiusa». Diverso il discorso per le bollette dell'acqua. «L'acqua non è una merce ma un diritto» tagliano corto da Ztl. Mentre la Siae? «È una tassa arbitraria» tirano dritto.
L'altro nodo riguarda gli eventi: sono pubblici ma non autorizzati, e questo potrebbe aprire una questione di ordine pubblico. «Ci sono e li rivendichiamo - spiega Vendraminetto - un mese fa questo spazio era una discarica». Oggi l'occupazione compie un mese e un giorno. Esattamente come quella dell'ex Telecom all'inizio del 2013: la più lunga mai vista a Treviso. E i lavori continuano. «Stiamo sistemando il dormitorio per nove senza fissa dimora - conclude il collettivo - nel giro di due settimane il centro di prima accoglienza sarà operativo».
Mauro Favaro
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Il Gazzettino