Zaia: «Segnali di degrado bisogna alzare la guardia»

Zaia: «Segnali di degrado bisogna alzare la guardia»
IL PUNTOTREVISO «Chiunque si sia solo limitato a vedere quelle immagini è rimasto a di poco allibito. Ma se poi ci aggiungiamo la storia, una spedizione punitiva per una...

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IL PUNTO
TREVISO «Chiunque si sia solo limitato a vedere quelle immagini è rimasto a di poco allibito. Ma se poi ci aggiungiamo la storia, una spedizione punitiva per una ragazza, tutto diventa ancora più assurdo e allucinante. Quanto accaduto porta a una sola conclusione: bisogna alzare la guardia». Il governatore Luca Zaia non credeva ai proprio occhi quando, domenica pomeriggio, ha visto i video della rissa di Conegliano. E non ci voleva credere: «Sinceramente, a memoria d'uomo, non si ricorda un'altra spedizione punitiva a Conegliano. Una pazzia».

IL SEGNALE
Per il governatore quanto accaduto domenica, qui tavolini che volavano nella centralissima piazza Cima, quegli energumeni armati di bastoni che si picchiavano, sono un campanello d'allarme che sarebbe molto pericoloso ignorare: «È un segnale di degrado - sottolinea - quanto accaduto è da condannare senza se e senza ma. Qui bisogna alzare la guardia e non continuare ad abbassarla. Sono scene che la nostra città non ha mai visto. A questo punto è più che necessario tornare a essere maggiormente incisivi sul territorio».
L'ALLARME
Un'altra che non voleva credere a quanto vedeva è stato il prefetto Maria Rosaria Laganà: «Mi hanno girato il video verso le 17,30 di domenica. All'inizio non capivo, poi mi sono resa conto. Quanto è accaduto è inaccettabile. È stata un'incursione vera e propria fatta da persone molto violente che hanno creato panico e apprensione». Il prefetto adesso, in attesa di saperne di più, tenta di circoscrivere i confini di un fatto difficile da dimenticare: «Si tratta di un episodio molto grave, ma è anche un fatto a se stante - dice - Non possiamo dire che a Conegliano ci sia, globalmente, una gravissima situazione di pericolosità. Sicuramente adesso ci sono delle indagini, capiremo come sia potuto accadere. E poi penseremo a quali azioni adottare per prevenire fatti di questo genere. Mi auguro che sia un fatto isolato. In questo territorio non siamo abituati a quelle scene e a simili fatti».
LA PAURA

Conegliano però diventa una sorta di sorvegliato speciale: «Conegliano è il secondo comune della provincia come dimensioni, presenta tutte le criticità di un centro urbano di una certa grandezza. C'è anche una concentrazione di cittadini stranieri e qualche banda di persone non perfettamente integrate. Sicuramente lo teniamo sotto controllo, ma le misure già ci sono: il territorio è da sempre molto presidiato. Del resto quanto accaduto è una cosa eccezionale: la repentinità dell'episodio e il luogo all'aperto, il pomeriggio tranquillo non facevano presagire nulla di questo genere». Sotto la lente ci finiscono, ancora una volta i giovani. A dire il vero quelli di domenica non sembravano adolescenti in crisi: «Qualche tempo fa - dice il prefetto - avevamo fatto un'indagine sui giovani in occasione delle polemiche per quel video di ragazzi con la pistola (poi risultata finta ndr) girato al Biscione. Avevamo fatto un ragionamento sui di ragazzi di seconda generazione, con problemi familiari, non in grado di gestire il periodo adolescenziale. Una situazione complessa, la loro, legata ad alcun i contesti particolari: la frequentazione di zone isolate, magari l'uso di sostanze stupefacenti, la famiglia. Nell'episodio di domenica invece si vede solo un commando, un gruppo di picchiatori, che va lì in piazza per farsi giustizia, poi capiremo per cosa. Osserviamo delle modalità più preoccupanti e che andremo ad esaminare nel dettaglio. Ma anche per questi motivi così particolari dico che si tratta di un episodio isolato».
P. Cal.
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Il Gazzettino