L'INFRASTRUTTURAVENEZIA «Con questa firma confermiamo il fatto che stiamo facendo sul serio», ha assicurato Luca Zaia. «Giovedì vedrete come la stiamo bloccando in tutti i...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
VENEZIA «Con questa firma confermiamo il fatto che stiamo facendo sul serio», ha assicurato Luca Zaia. «Giovedì vedrete come la stiamo bloccando in tutti i modi», ha promesso Jacopo Berti. Sia il governatore che il consigliere regionale hanno dissertato della Pedemontana, ieri a Palazzo Ferro Fini, in vista dell'appuntamento di domani al Balbi, dove sarà sottoscritto il Protocollo sulla legalità dell'opera con il ministro Matteo Salvini. Ma evidentemente il leghista e il pentastellato, ancorché esponenti di due partiti che sono alleati al governo nazionale, in Veneto continuano a parlare due lingue diverse: uno scontro che relega in secondo piano la polemica dem sul fatto che il titolare dell'Interno arriverà in laguna da indagato per il caso migranti.
LA DIFESA
Sul punto in mattinata Zaia ha difeso Salvini: «Il ministro è stato messo sotto inchiesta ingiustamente, visto che viene indagato solo per aver fatto il ministro. A nostro avviso non c'è stato alcun sequestro di persona: chiunque di noi andasse in un altro Paese e si trovasse senza documenti, da quella dogana non uscirebbe. Sfida ai magistrati? Abbiamo preso un impegno con i cittadini. È inutile esporre idee per anni contro un certo modello di immigrazione, arrivare al ministero degli Interni e poi gestire la situazione come prima». Ma al di là dell'ospite, che verrà fatto transitare in due sale perché tutti i 200 invitati non ci stanno in una soltanto, è nel merito della questione che Zaia è tornato a sostenere il dossier Pedemontana: «È l'opera più grande, più controllata e più trasparente d'Italia. Sento parlare di revisione del progetto e non soffro certo di feticismo infrastrutturale, ma ormai questa superstrada da 2 miliardi e 258 milioni è arrivata al 45%, ha passato il vaglio di tutti, sarà completata nel 2020 e fra qualche settimana vedrà l'apertura del primo stralcio. Con il ministro Danilo Toninelli ho avuto un bell'incontro, per cui immagino che la Pedemontana non sia oggetto di discussione».
L'ATTACCO
Immagina male, secondo Berti, che nel pomeriggio ha avuto un vivace scambio con gli attivisti dei centri sociali, che accusavano il M5s di «complicità» con il Carroccio. Ha garantito il vicecapogruppo: «Sono qui a fare opposizione alla Lega, con cui non abbiamo nulla a che spartire, anche sulle grandi opere. Stiamo già facendo a pezzi la Tav e ora vedrete con la Pedemontana...».
A.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino