Web tax, il governo accelera Aliquota del 5% sul fatturato

Web tax, il governo accelera Aliquota del 5% sul fatturato
LE MISUREROMA Web tax, l'Italia si mette in proprio. «È possibile che già nelle prossime settimane, nella discussione sulla legge di Bilancio, si facciano dei passi in...

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LE MISURE
ROMA Web tax, l'Italia si mette in proprio. «È possibile che già nelle prossime settimane, nella discussione sulla legge di Bilancio, si facciano dei passi in direzione dell'imposta che non pregiudicano in alcun modo l'armonizzazione europea» ha annunciato ieri Paolo Gentiloni al termine del consiglio Ue imprimendo un'accelerazione al dossier attualmente all'esame della Commissione europea. Il premier, che ha parlato di «discussione non breve e animata» tra i leader, ha ricordato che «all'inizio del prossimo anno la Commissione dovrà fare proposte al Consiglio: proprio quello che Francia e Italia soprattutto ma anche altri grandi paesi spingevano ad ottenere».

Tuttavia il governo appare impaziente di portare a casa qualche risultato immediato in materia. Tanto che Gentiloni è stato chiarissimo sul punto. «Voglio che sia molto chiaro ha avvertito il numero uno di Palazzo Chigi che i tempi della Ue, così come quelli dell'Ocse che sta discutendo della questione della fiscalità, non sono necessariamente tempi ai quali deve adeguarsi la legislazione del singolo paese e dunque è possibile un intervento italiano nella manovra». Insomma l'esecutivo, che a settembre ha firmato una dichiarazione politica congiunta con Germania, Francia e Spagna a sostegno di una iniziativa per la tassazione delle imprese dell'economia digitale, punta ad anticipare l'introduzione della Web tax, riservandosi eventualmente di uniformarsi alla futura imposta comunitaria. In che direzione si muoverà il governo per dare scacco ai grandi colossi tecnologici che hanno ridotto al minimo la propria imposizione fiscale in Europa e in Italia? L'ipotesi coltivata dai tecnici del Tesoro sarebbe quella di spostare la tassazione dagli utili al fatturato con una aliquota iniziale del 5%. Non molto ma una ritenuta giudicata comunque sufficiente per aumentare le entrate per le casse pubbliche dalle briciole attuali a diversi miliardi di euro. Il nodo sarà sciolto presto. «La legge di Bilancio sarà inviata in Parlamento in breve tempo ha spiegato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, il quale ha specificato che «bisogna creare incentivi affinché le risorse private implementino quelle pubbliche».
LAVORO

Intanto, in tema di lavoro, spunta un incentivo in favore dei lavoratori in cassa integrazione straordinaria che accettano un nuovo lavoro. Sarà possibile, secondo un'ipotesi messa nero su bianco in una bozza della manovra, l'attribuzione anticipata dell'assegno di ricollocazione (che attualmente riceve solo dopo 4 mesi di Naspi) mentre si percepisce ancora la cigs. I lavoratori non avranno l'obbligo di accettare un'offerta di lavoro, come ora previsto dall'assegno di ricollocazione, ma se l'accetteranno avranno in dote la metà dell'importo della cassa integrazione residua e non pagheranno l'Irpef su un'eventuale buonuscita. Il nuovo strumento porterebbe vantaggi ulteriori non solo al lavoratore che oltre al nuovo impiego avrebbe anche mensilmente metà dell'importo della cassa integrazione rimanente (quindi circa 500 euro dato che gli importi complessivi di cassa variano da 959 euro a 1.152 euro al mese) ma anche alla nuova azienda che lo assume. Il datore di lavoro che assume il lavoratore in cigs, infatti, avrà diritto all'esonero del versamento del 50% dei contributi previdenziali a carico del datore.
Michele Di Branco
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino