TREVISO - (pcal) Aiutare chi già aiuta. Chi, ogni giorno, si prodiga accanto a un genitore malato o al proprio coniuge. Chi, dalla mattina alla sera, sacrifica tempo libero ed...
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«Molto spesso - spiega il presidente Dario Fontana - chi aiuta ha bisogno di sostegno anche solo perché invecchia e, magari, non ha più nemmeno lui la salute di un tempo. Ma non è solo una questione di aiuti pratici, ma anche morali. Queste persone, nella maggior parte dei casi, si sentono in colpa quando si ritagliano una mezza giornata per i loro interessi o si prendono una breve vacanza. Sono talmente responsabili che ritengono quasi una mancanza allontanarsi. Oppure si preoccupano perché l'assistito ha orari e abitudini a cui loro sono preparati e altri no. E queste situazioni, alla lunga, possono diventare pesanti». L'associazione è formata da persone che, nella vita quotidiana, si dividono tra lavoro e assistenza. Conoscono quindi molto bene quello di cui parlano, sanno capire le difficoltà e lo strazio interiore che vive chi si spende per alleviare la sofferenza di un proprio caro.
L'associazione si propone di facilitare lo scambio d'esperienze, individuare e condividere le soluzioni più idonee per migliorare la qualità della vita di chi in famiglia ha bisogno di essere curato. «Un altro obiettivo importane - spiega Fontana - è quello di coinvolgere nella nostra attività medici e professionisti capaci di proporre le soluzioni più adeguate per alleviare i disagi di chi presta volontariamente cura e assistenza in famiglia». L'associazione è nata anche grazie all'aiuto di consiglieri comunali come Roberto Pizzolato (Pd) e Daniela Zanussi (Sinistra Civica) sostenuti dal vicesindaco Roberto Grigoletto. Ma è stato fondamentale anche il supporto di Alberto Franceschini, presidente del Centro Servizi per il Volontariato: «Ogni nuova associazione è un arricchimento, a Treviso ci sono ottomila volontari e la maggior parte di loro è impegnata nel campo socio-sanitario. Secondo me, per quel che riguarda l'assistenza, ci sarebbe bisogno di più amministratori di sostegno volontari, che non siano solo avvocati ma persone adeguatamente formate». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino