«Vogliamo essere ascoltati in Curia»

«Vogliamo essere ascoltati in Curia»
ALBIGNASEGOIl processo ecclesiastico nei confronti di don Marino Ruggero è entrato nel vivo e una delle fasi più attese è stata l'audizione di alcuni testimoni, tra cui la...

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ALBIGNASEGO
Il processo ecclesiastico nei confronti di don Marino Ruggero è entrato nel vivo e una delle fasi più attese è stata l'audizione di alcuni testimoni, tra cui la presunta amante del sacerdote sentita venerdì scorso. A lamentare di non essere invece stati interpellati sono i parrocchiani che fin dal giorno delle dimissioni gridano a gran voce la loro vicinanza all'ormai ex parroco di San Lorenzo. «Tutti quanto abbiamo saputo che il tribunale ecclesiastico ha convocato alcune persone. Non sono stati fatti nomi, ma è bastato confrontarci tra noi per capire che nessuno di coloro che hanno sempre sostenuto don Marino è stato mai sentito dalla Curia - spiegano i diretti interessati - e allora vien da sé pensare che a essere ricevuti siano stati ancora una volta i grandi accusatori. Ben venga, dal momento che è fondamentale fare piena chiarezza sulla vicenda per dimostrare il buon operato del don, ma perché noi rimaniamo inascoltati? Non sarebbe forse corretto chiedere conto a tutte le parti in causa?». I parrocchiani non nascondono il loro scontento, non solo per non essere ancora stati convocati dal tribunale della diocesi, ma anche per non aver mai avuto la possibilità di farsi avanti nelle sedi opportune. «Noi eravamo sempre in parrocchia, anche per il volontariato e le tante attività che vi si svolgevano. Quindi siamo sempre stati a stretto contatto con don Marino e allora perché non chiedere anche a noi la nostra versione dei fatti? Contano più le parole di uno sparuto gruppetto o quelle della maggioranza delle persone che vivevano quell'ambiente quotidianamente?» aggiungono.

L'APPELLO

Quello che lanciano alla Curia è un vero e proprio appello: «Noi avremmo piacere di dire la nostra, proprio perché siamo convinti dell'innocenza e della trasparenza del nostro sacerdote. Già da inizio gennaio abbiamo inviato centinaia di e-mail e messaggi, senza mai ottenere una risposta. Abbiamo anche cercato, dapprima proprio attraverso la Curia, di poterci mettere in contatto con i vertici della Chiesa a Roma, ma anche in quel caso ci siamo trovati a sbattere contro un muro di gomma. Cosa dovremmo fare, appellarci direttamente al Santo Padre?». Il processo canonico nei confronti di don Marino, dimissionario dal 2 gennaio, è ancora nella fase istruttoria. Almeno tre persone del paese sono state sentite dai giudicanti ma l'elenco dei testimoni da ascoltare sarebbe ancora lungo nonostante l'intero procedimento sia secretato e la diocesi non intenda sbilanciarsi. Fino ad ora le persone informate sui fatti sono state chiamate a testimoniare sulle due questioni al centro del polverone. Non solo le presunte relazioni femminili del parroco, ma anche le presunte irregolarità nei conti parrocchiali. Intanto i sostenitori di don Marino proseguono le iniziative a sostegno del sacerdote, che da esattamente un mese ha lasciato la canonica di via XVI Marzo. Domenica i volontari della sagra hanno organizzato un pranzo a cui ha partecipato anche don Brusegan, l'attuale parroco di San Lorenzo: «Volevamo dare la conferma del senso di unione e comunità che don Marino ci ha infuso - spiegano - abbiamo risistemato gli striscioni abbattuti dal vento: resteranno al loro posto perché vogliamo davvero riavere il nostro don insieme a noi. Speriamo che la Curia faccia chiarezza e torni sui suoi passi, noi di certo non ci arrenderemo».
Serena De Salvador
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Il Gazzettino