Ha cambiato scuola lo studente perseguitato dai compagni "aguzzini". È stato costretto a rinunciare ai corsi dell'Istituto Calvi di Belluno, che lui aveva scelto con grande...
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La famiglia del minorenne, convocata dalla preside, ha chiesto che provvedimenti avrebbe inteso prendere. Ma la scuola era alla fine e in realtà nulla venne fatto tempestivamente. Scattò così la denuncia dei famigliari, tra il 10 e 11 giugno, che portarono il telefonino del figlio in Questura. Tutto venne trasmesso alla Procura per i minorenni di Venezia e ora i due aguzzini, che continuano a frequentare il Calvi, sono indagati per stalking. La famiglia della vittima, che si è affidata al legale Roberta Resenterra, ai primi di agosto decide di fare un esposto al ministero per verificare se ci sono delle responsabilità da parte della scuola. L'esposto è stato inviato al Miur, all'ufficio scolastico di Belluno e all'ufficio scolastico regionale. «Si valuti - scrivono i genitori - se i comportamenti tenuti dai operatori scolastici siano stati conformi e adeguati al ruolo e alle funzioni spettanti a ciascuno di essi. Assumendo ogni iniziativa e o provvedimento utile non solo a rimuovere la situazione creatasi, ma altresì a evitare ora e per il futuro che altri studenti possano essere oggetto di soprusi, angherie e stalking da parte di studenti coetanei all'interno dell'istituto scolastico». Sì perché il video è stato solo il culmine di una serie di violenze iniziate a gennaio 2014. Prima i due bulli avrebbero preso di mira altri ragazzi e poi si sarebbero accaniti contro il giovane che ora ha cambiato scuola. da gennaio a giugno: un continuo di violenze soprusi, angherie che avevano spinto anche un professore a dividere i 3: da una parte i due bulli, che comunque tentavano sempre il contatto con il coetaneo, dall'altra il ragazzo. Il problema però scattava soprattutto nei cambi di ora. Alla fine il video arrivato nelle mani della preside: ma loro i suoi aguzzini erano ancora lì. È così che il minorenne non se l'è sentita di frequentare gli ultimi corsi e per un paio di ultime prove è stato accompagnato dalla madre. Alla fine se ne è andato: ha rinunciato e cambiato scuola. Loro invece, gli aguzzini, giovani di buona famiglia, persone di forte fede cattolica, l'hanno avuta vinta, pur essendo indagati non hanno cambiato scuola. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino