VITO D'ASIO La notizia della morte di Felice Olivier è giunta a Vito d'Asio

VITO D'ASIO La notizia della morte di Felice Olivier è giunta a Vito d'Asio
VITO D'ASIOLa notizia della morte di Felice Olivier è giunta a Vito d'Asio nella tarda mattinata di ieri, tra lo stupore e lo sconforto di quanti lo avevano conosciuto. L'anziano...

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VITO D'ASIO
La notizia della morte di Felice Olivier è giunta a Vito d'Asio nella tarda mattinata di ieri, tra lo stupore e lo sconforto di quanti lo avevano conosciuto. L'anziano non si era mai completamente staccato dalla propria comunità di origine. Nonostante la sua esistenza trascorsa da emigrante, in buona parte in Germania, le origini erano saldissime e il suo cuore è sempre rimasto in Val d'Arzino. Chi lo incontrava probabilmente più spesso di altri è il parroco di Vito d'Asio, don Italico Gerometta. «Posso solo che parlarne bene, sia come sacerdote, sia come vicino di casa - ha spiegato il sacerdote -: quando tornava quassù, abitava in un piccolo appartamento di proprietà della parrocchia e, quindi, il nostro rapporto aveva quella cordialità di chi si intrattiene volentieri con un conoscente che non vede da tanto tempo. Era partito molto giovane per la Germania, dove ha gestito delle gelaterie, nel solco del classico emigrante friulano che si afferma all'estero con la proverbiale laboriosità. Sfido chiunque a esprimere giudizi negativi sul caro Felice: non ha mai mancato di esternare la propria generosità e la sua esistenza è stata all'insegna della riservatezza. Non mi ricordo un solo gesto sopra le righe. Adesso non lo vedevo da molti mesi, ma questa circostanza non mi aveva stupito: non aveva date fisse per fare rientro a Vito d'Asio. La sua abitazione lo attendeva ed è sempre stato puntualissimo nel saldare quanto concordato». «Siamo in attesa di capire gli sviluppi dell'inchiesta - ha aggiunto il parroco - prima di decidere in che modo commemorarlo. I tempi per la celebrazione delle esequie non saranno brevi, e sinceramente non ho idea se avesse lasciato delle disposizioni sulla propria dimora eterna. Immagino che sarà seppellito qui, ma in tutto questo tempo non ho mai avuto il piacere di interloquire con qualche suo parente. La nostra comunità pregherà per lui».

Olivier non era invece conosciuto dal sindaco Piero Gerometta: «Era tornato a risiedere a Vito d'Asio dal 2013, ma non ho memoria di averlo incontrato. Non si tratta di un caso eccezionale: tutta la Val d'Arzino si caratterizza per la presenza di tante persone legate al territorio natìo che, però, non partecipano alla vita della comunità. C'è grande cordoglio: nella stessa giornata abbiamo subito due lutti (l'altro è il direttore della Riserva di caccia, morto in un incidente stradale, ndr) e quindi rivolgiamo alle due famiglie un pensiero di vicinanza al loro dolore».

L'anziano nel 2015 era anche stato protagonista di una bella iniziativa della Somsi: aveva collaborato, anche finanziariamente, all'installazione di un lampione solare per illuminare l'ancòna di Sant'Antonio, che si trova sul sentiero di scalini in pietra per raggiungere il monte Asio. Nelle cronache recenti, Felice Olivier era finito suo malgrado per un drammatico incidente accaduto il 23 dicembre di tre anni fa, tra Montereale e Barcis, lungo la strada regionale 251, tra le due gallerie. La sua auto entrò in rotta di collisione con un furgone. Nella carambola il veicolo era finito nel fossato laterale dopo aver sradicato un palo della luce, che si è incastrato all'automobile, imprigionando il conducente all'interno. Il lavoro dei vigili del fuoco di Maniago era stato ostico: evitando di spostare il conducente - che aveva anche i piedi incastrati sotto la pedaliera -, i pompieri avevano impiegato oltre un'ora per tagliare il tettuccio e altre parti del veicolo, fino a quando era stato possibile estrarre l'anziano in completa sicurezza. Per riprendersi dalle conseguenze di quello scontro, ci vollero molte settimane.
Lorenzo Padovan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino