Visite particolari alle pazienti, il professore rischia il carcere

Visite particolari alle pazienti, il professore rischia il carcere
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Rischia il carcere il professor Franco Lumachi, 65 anni di Padova, docente associato della Scuola di medicina (l'ex facoltà). Ieri il procuratore generale della Cassazione ha chiesto il rigetto del ricorso presentato dal suo difensore, l'avvocato Giovanni Chiello, e la conferma della sentenza di condanna decretata il 26 novembre di due anni fa dalla Corte d'Appello di Venezia: 4 anni, tre mesi e 20 giorni di carcere. Il verdetto della Suprema Corte è atteso per oggi. Lumachi, medico endocrinologo, è accusato di violenza sessuale aggravata su cinque pazienti (per la sesta il reato è stato nel frattempo prescritto). Il docente avrebbe visitato le donne manipolandole e convincendole a mettersi in posizioni strane. Lumachi avrebbe praticato un metodo innovativo che si basava sulla stimolazione, a luci soffuse all'interno dell'ambulatorio. La prima segnalazione era arrivata in Procura nel 2006.

Il medico è stato condannato a pagare un risarcimento di 100 mila euro, oltre le spese legali, all'Azienda ospedaliera rappresentata dal penalista Fabio Pinelli che ha insistito nel corso della sua arringa «sul profondo e continuato discredito gettato dall'imputato all'immagine dell'Azienda».

I giudici d'appello avevano confermato quasi integralmente la sentenza di primo grado pronunciata dal tribunale di Padova il 28 febbraio 2011: 5 anni di carcere per le violenze provate nei confronti di sei pazienti, con prescrizione degli episodi antecedenti all'aprile 2003. Le vittime non hanno mai preso parte ad alcun processo: Lumachi le ha risarcite con largo anticipo. Il docente ha scelto di difendersi fino all'ultimo respingendo le accuse. Ha sempre sostenuto che le donne fra i 25 e i 35 anni, tutte di bella presenza avrebbero mal interpretato le sue visite. Venivano invitate a denudarsi completamente e a mettersi gambe all'aria, in un'atmosfera molto intima tra strofinamenti di ogni tipo nei poliambulatori dell'Azienda ospedaliera. L'endocrinologo avrebbe toccato le pazienti, sostenendo di dover provocare un «orgasmo meccanico» per una visita migliore, in base ai nuovi protocolli.
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Il Gazzettino