Villanova: «Django e foibe un incontro da fermare»

Villanova: «Django e foibe un incontro da fermare»
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LA POLEMICA
TREVISO «L'ignoranza, nel senso più letterale e pieno del termine, dilaga dalla parti del centro sociale Django dove è stata organizzata una serata per negare i morti delle foibe. Oltre alle irregolarità, all'ex caserma Piave non conoscono neanche la storia: gli autonomi prima dei concerti dovrebbero comprare dei libri». Con queste parole il consigliere regionale della lista Zaia, Alberto Villanova, commenta l'evento organizzato dal centro sociale Django per sabato, alle 18,30 con la presentazione del libro Questo chi lo dice? E perchè? di Nicoletta Bourbaki.

Una serata nel corso della quale verranno trattate anche le così dette falsità storiche. «Al Django di Treviso l'orologio è fermo a qualche anno prima dell'89, quando il comunismo ancora imperava nell'est-europa e il generale Tito cercava di cancellare dalla storia una delle pagine più lugubri. Parlare di falsità storiche sulle foibe non meriterebbe neanche un commento» spiega Villanova. Il consigliere stigmatizza che a poco meno di un mese dal giorno del ricordo, il centro sociale Django ospita il collettivo Nicoletta Bourbaki.
«Questo collettivo sta lavorando per ricostruire il caso di Giuseppina Ghersi, la 13enne stuprata, seviziata e uccisa da un gruppo di partigiani comunisti savonesi nel 1945. Anche qui, secondo loro, si tratta di una bufala. Nonostante sia ormai appurato come andarono le cose, questi revisionisti provano a negare o a far vedere in un altro modo anche questo».
E poi conclude: «Da italiano sono inorridito nel pensare che serate di questo tipo possano venire organizzate e da amministratore spero che si possa fermare questa conferenza, che mi auguro sia una provocazione di cattivo gusto, nei confronti soprattutto di chi è stato vittima di quei momenti atroci. Le foibe sono una bruttissima pagina di storia del nostro Paese che va ricordata, non dimenticata».
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Il Gazzettino