Villalta: «La mia l'infanzia attorno all'olmo della vita»

Villalta: «La mia l'infanzia attorno all'olmo della vita»
LA STORIAUn albero, un olmo per la precisione, è il protagonista dell'ultimo libro di Gian Mario Villalta, scrittore, poeta e curatore del festival Pordenonelegge. Uscito di...

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LA STORIA
Un albero, un olmo per la precisione, è il protagonista dell'ultimo libro di Gian Mario Villalta, scrittore, poeta e curatore del festival Pordenonelegge. Uscito di recente, L'Olmo grande (223 pagine, 14 euro) è il primo libro di una nuova collana (Il bosco degli scrittori) con la quale Aboca Edizioni, specializzata in pubblicazioni scientifiche e storiche legate all'ecologia, la natura e la salute, vuole coniugare narrativa e mondo delle piante.

Un romanzo nel quale lo scrittore sessantenne parte da un evento della sua infanzia, l'incendio di un antico albero (L'olmo grande del titolo appunto) per raccontare il rapporto tra umanità e natura, come pure la dissoluzione della società contadina che per secoli ha caratterizzato la campagna tra Veneto e Friuli, attraverso le vicende della propria famiglia. Una famiglia passata, come tante altre, in pochi anni da un'economia rurale con i suoi ritmi e abitudini a quella industriale. Quest'ultimo tema era stato affrontato anche nel precedente romanzo Bestia da latte (ed. Sem, 2018), le cui vicende qui fanno ritorno come occasione per riflettere su come i ricordi, nella memoria individuale, tendano a far riemergere una verità parziale di avvenimenti passati, distorcendo la realtà dei fatti.
L'INFANZIA
L'albero secolare del titolo muore bruciato e proprio il racconto del fusto che arde tra le fiamme apre le prime pagine del libro, mentre l'autore bambino ritiene che la causa dell'incidente sia stata un'azione deliberata di un vicino di casa e di campi infastidito dalla presenza della pianta al confine delle due proprietà. Il tornare a quell'episodio spinge Villalta a confrontarsi, ormai adulto, ancora una volta con la sua infanzia e con lo sradicamento sociale avvenuto, a Nordest e non solo, tra gli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso per effetto del boom economico che con il progresso ha stravolto dalle radici le robuste identità contadine, con le sue prospettive e abitudini non sempre positive, portatrici anche di connotati che oggi potremmo considerare violenti nel loro manifestarsi (il trattare i bambini come bestie di cui soddisfare solo i bisogni elementari o come vittime degli scherzi degli adulti, spesso maschi).
IL FUOCO
La violenza del fuoco sull'albero è metafora per la violenza che lo scrittore ritiene di aver subito da bambino come tanti altri coetanei, anche se un confronto con i parenti sui fatti dell'epoca fa emergere nuove verità: l'olmo della storia è morto nel corso dell'epidemia di grafiosi che ha portato dalla fine degli anni Sessanta alla scomparsa di gran parte del patrimonio di questa specie in Italia: e la verità dello scrittore legata alle vicende dell'infanzia andrebbe confrontata, e miscelata, con quelle delle persone che ne hanno condiviso la vita in quegli stessi anni.

Il pensiero finale, che Villalta condivide con i lettori, è quasi un invito ad assumere nella realtà quotidiana contemporanea atteggiamenti meno manichei, evitando di condannare in partenza il prossimo per la presunta colpa di avere opinioni differenti, considerando che quello che noi vediamo non è quello che vedono per forza gli altri e che la natura, come il tempo, viaggia a un'altra velocità rispetto all'umanità.
Lorenzo Marchiori
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino