Video choc: così è morto Alberto

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CASTELFRANCO - Adesso è tutto chiaro. La telecamere di un negozio di Sidney road, a Melbourne in Australia, hanno ripreso secondo per secondo la drammatica sequenza dell'incidente costato la vita al 25enne Alberto Paulon, il padovano che ha studiato all'alberghiero Maffioli di Castelfranco è che è morto schiacciato da un camion venerdì scorso. Il ragazzo stava procedendo in sella alla sua mountain bike quando il passeggero di un'auto parcheggiata sul margine della trafficatissima arteria stradale, ha aperto la portiera senza controllare se c'era qualcuno in transito. Il ragazzone ha perso l'equilibrio cadendo verso il centro della carreggiata proprio mentre stava sopraggiungendo un camion che lo ha schiacciato con le ruote posteriori sinistre. Una tragedia che si è consumata all'improvviso e che, nella sua dinamica, è davvero raggelante. Poteva accadere a chiunque. Anche al ciclista che precedeva Alberto di un paio di metri e che è riuscito a sfilare via senza conseguenze. Mai come in questo caso è giusto parlare di tragica fatalità dove ha certamente giocato un ruolo importante la banale distrazione di chi era a bordo dell'auto, mentre nè Alberto nè il camionista hanno di fatto alcuna responsabilità in quello che è successo. La tragedia ha scatenato un dibattito sui giornali e sui social network australiani sulla pericolosità della strada, ma soprattutto ha scosso profondamente una famiglia già provata dalla prematura scomparsa del padre di Alberto, morto nel 1998 in circostanze altrettanto incredibili, mentre accendeva la pira della "vecia". La mamma del cuoco padovano, Donatella Debellini, ha già raggiunto Melbourne, dove è rimasta Cristina, la fidanzata mottense del ragazzo, per sbrigare le pratiche relative al rimpatrio della salma. Alberto aveva studiato al Maffioli con un solo obiettivo: ripercorrere le orme del papà e diventare uno chef di primo piano. A tale scopo aveva già lavorato a Dubai prima di cimentarsi con l'esperienza in Australia. Un sogno che il destino ha cancellato in pochi secondi.

Luca Bertevello Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino