Via vai di profughi, 23 quelli ospitati da "Casa Colori"

Via vai di profughi, 23 quelli ospitati da "Casa Colori"
Sono due dozzine e provengono dal Mali, ma anche dal Pakistan, dal Nepal e da altre zone «calde» e disperate del mondo. Sono i profughi attualmente ospitati in città...

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Sono due dozzine e provengono dal Mali, ma anche dal Pakistan, dal Nepal e da altre zone «calde» e disperate del mondo. Sono i profughi attualmente ospitati in città dall'associazione Casa a Colori, tutti inviati dalla Prefettura di Vicenza con la quale il sodalizio collabora.

«Siamo al completo - ha spiegato Enrico Parolin, presidente dell'associazione nata con l'obiettivo di dare risposte di prima accoglienza agli immigrati - ci siamo fissati il tetto massimo di 25 persone. Tra queste, nelle ultime settimane, c'è chi va e chi viene. Il Paese sta vivendo una situazione di emergenza per quanto riguarda gli arrivi, con continui sbarchi e noi non possiamo tirarci indietro o chiudere gli occhi fingendo che il problema non esista. Per questo motivo ci siamo attrezzati per poter ospitare fino a 25 persone».
Ad eccezione di quattro temporaneamente alloggiati all'istituto Scalabrini, gli altri rifugiati sono dislocati in alcuni appartamenti messi a disposizione di Casa a Colori da altre realtà o anche da privati, come quello di Campese di proprietà delle suore della Divina Volontà.
«Quelle accolte sono persone tranquille, scappate da una situazione drammatica, tanto è vero che nessuno in città sembra essersi accorto della loro presenza nonostante il turn over prosegua già da qualche mese - ha precisato Parolin - spesso, Bassano è solo una tappa intermedia del loro viaggio che prosegue verso altrove, quasi sempre in un altro Paese. In qualsiasi caso, durante la loro permanenza vengono coinvolti in alcuni progetti. A cominciare dal corso di alfabetizzazione nel quale imparano a destreggiarsi con l'italiano».

«Ora, assieme ad alcuni comitati di quartiere, stiamo predisponendo dei percorsi di volontariato, in modo che i rifugiati si rendano utili alla comunità contribuendo in piccole opere - ha concluso il responsabile dell'associazione - Per ciascuno di loro viene redatto un progetto per favorirne l'inserimento nella comunità e, sulla base delle singole competenze, si rendono operativi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino