Verona, la partita sindaco Sboarina: «Io vado avanti Tosi? Non mi fa paura»

Verona, la partita sindaco Sboarina: «Io vado avanti Tosi? Non mi fa paura»
LA STRATEGIAVENEZIA Un colpo al cerchio e un colpo alla botte. Tornato in Veneto per la campagna elettorale dei ballottaggi, a due passi da quella Verona su cui il centrodestra si...

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LA STRATEGIA
VENEZIA Un colpo al cerchio e un colpo alla botte. Tornato in Veneto per la campagna elettorale dei ballottaggi, a due passi da quella Verona su cui il centrodestra si divide in vista delle Comunali 2022, a Bovolone ieri sera Matteo Salvini ha provato a mettere ordine nella Lega. Da una parte la freddezza verso l'ex segretario regionale Flavio Tosi, che da settimane va invece accreditando contatti con il leader federale: «Ho letto che siamo anche andati in vacanza insieme, non vedo e non sento Tosi da tempo». Dall'altra il richiamo a Roberto Marcato, che da mesi esclude la possibilità di un ritorno dell'ex: «Agli assessori regionali chiedo di fare bene il loro lavoro e poi per Verona sceglieranno i veronesi». Poi la chiosa finale: «Io ragiono del presente e del futuro. Un movimento autonomista è autonomista per quello. Ognuno fa il suo mestiere».

L'AMMINISTRAZIONE
Chissà se la doppia mossa di Salvini basterà a stemperare le tensioni all'interno del partito, che di fatto non avrebbe ancora individuato alcun candidato proprio, pur mal sopportando la pretesa di Fratelli d'Italia di riproporre Federico Sboarina. Ieri a Venezia per la presentazione del Vinitaly, il primo cittadino in carica è stato a colloquio con il governatore Luca Zaia: un'occasione per auspicare la compattezza della coalizione, dando per scontata la propria ricandidatura. «Mancano mesi alle elezioni è la sua riflessione e come sindaco ho l'obbligo di continuare a lavorare per far ripartire la città dopo la pandemia. L'amministrazione ha lavorato bene, se qualcuno invece ha del tempo per fare altri ragionamenti, è un problema suo. Ritengo che il centrodestra debba rimanere unito in modo forte, perché le ultime amministrative ci hanno dimostrato che, facendo diversamente, si rischia parecchio di fare brutta figura».
L'ISCRIZIONE
A differenza del 2017, però, ora Sboarina è un tesserato di Fdi: una novità che sposta gli equilibri interni all'asse con la Lega. «La mia iscrizione ribatte l'amministratore scaligero sposta forse il bene della comunità? Il sindaco fa il sindaco, dopodiché chi conosce la mia storia politica sa che ero un consigliere e un assessore comunale di Alleanza Nazionale, per cui non ho certo fatto una scelta stravagante. Certo, è stata una decisione importante sul piano personale, perché presa con il cuore dopo la scomparsa del senatore Stefano Bertacco che era un pilastro della mia Giunta. Ma non cambia nulla nelle dinamiche cittadine, perché un sindaco deve essere pesato per la buona o cattiva amministrazione, non per l'appartenenza».
LA SFIDA

Ecco, su un punto Fdi e Lega sono d'accordo: il giudizio spetterà ai veronesi. Il tema è capire cosa succederebbe però se agli elettori dovesse essere proposta la sfida tra l'attuale primo cittadino e il suo predecessore. Sboarina si mostra sereno: «Perché dovrei temere Tosi? Non si porta dietro solo un pezzo di consensi, ma anche la storia del suo vicesindaco condannato per corruzione, il cappello sull'Arena, il fatto che già quattro anni fa i veronesi hanno deciso di cambiare... Nel 2017 il centrodestra è stato unito e ha vinto, riuscendo a fare cose oggettivamente importanti, dalla Fondazione alla Fiera. Verona è diventata la città più popolosa del Veneto e ha i presupposti per essere la capitale di tanti ambiti come il vino, la cultura, il turismo. Quindi io vado avanti».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino