Richiesta di archiviazione per il direttore generale di Veritas, Andrea Razzini, finito sotto inchiesta per abuso d'ufficio, con il sospetto di aver intenzionalmente consentito...
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Nel frattempo, venerdì mattina, di fronte al gup Alberto Scaramuzza si apre l'udienza preliminare nei confronti degli imputati per i quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio.
Ghezzo, principale protagonista della vicenda, ex direttore commerciale, bonifiche, impianti e smaltimenti di Veritas, tutt'ora agli arresti domiciliari, ha già concordato con il pm Gava il patteggiamento di due anni e otto mesi di reclusione per il reato di corruzione. Richieste di patteggiamento sono arrivate anche da alcuni degli imprenditori che hanno confessato di aver fatto regali e versato somme di denaro a Ghezzo: l'inchiesta ha accertato pagamenti per circa 70 mila euro. La difesa di Ghezzo, rappresentata dall'avvocato Fabio Niero, ha dimostrato che gli appalti per l'affidamento della raccolta di rifiuti gestiti dal dirigente furono regolari e non fu fatto alcun favoritismo: le società vincitrici erano quelle che avevano i requisiti. Gli imprenditori hanno spiegato che, di fronte alla professionalità e disponibilità di Ghezzo decisero di attribuirgli dei regali: un modo per ringraziarlo per il modo con cui gestiva le pratiche. Secondo la Procura si tratta comunque di corruzione.
Sotto accusa sono finite complessivamente nove persone e tre società: quest'ultime sono chiamate a rispondere, ai sensi della legge 231 del 2001, del comportamento illecito contestato ai rispettivi vertici o dipendenti.
L'inchiesta portò, lo scorso marzo, all'arresto di Ghezzo, di Enzo Busato, rappresentante legale della Busato Autotrasporti di Preganziol, e di Sabrina Tonin, responsabile commerciale della «Plan Eco» di Cittadella, con l'accusa di corruzione: con molta probabilità anche i due imprenditori cercheranno di chiudere la vicenda con un patteggiamento. Ghezzo ha anche offerto un risarcimento a Veritas.
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Il Gazzettino