Veritas dovrà restituire qualche milione di euro di Iva versata assieme alla Tia, la tassa di igiene ambientale in vigore fino al 2010. La vicenda non è nuova. Ma deve scrivere...
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«Per quanto mi riguarda ho seguito circa 300 cause per conto di due grossi clienti come il Concave (Consorzio Alberghiero di Venezia) e Gebis, il gruppo sotto il quale sono associati stabilimenti balneari e campeggi di Chioggia - spiega l'avvocato veneziano Alessandro Tommaseo Ponzetta - La nostra esperienza processuale è che il giudice, sia esso di pace o del Tribunale, ha sempre vagliato la regolarità del comportamento tenuto da Veritas, nell'emissione delle fatture e nel ricevere i pagamenti. Ma ha sempre condannato Veritas per la restituzione dell'Iva. Non ci sono dubbi. Il problema è che Veritas oggi si sta difendendo per irregolarità commesse nel passato perché il Tribunale l'ha sempre condannata per la Tariffa di igiene ambientale che era attiva a Venezia dal 1999 fino al 2010. Non c'entra il fatto che il legislatore abbia cambiato denominazione della tassa. Non esisteva alcuna legge che autorizzava Veritas a quella riscossione che adesso deve restituire». Solo per i clienti dell'avvocato Tommaseo Ponzetta Veritas dovrà sborsare qualche milione di euro.
«Si tratta di un tema particolarmente complesso, sul quale si è registrata difformità di decisioni - ha commentato ieri l'azienda in una nota - Veritas ribadisce che l'Iva è stata incassata per conto dello Stato e che l''azienda (così come tutte quelle del settore) non hanno e non hanno mai avuto la disponibilità di queste somme, che sono state girate all'erario. In presenza di precise disposizioni o indicazioni da parte dello Stato, predisporremo tutti gli atti e le procedure che le autorità preposte indicheranno, per favorire il rimborso dell'Iva».
«Veritas trova sempre giustificazioni quando non esita di usare strumenti per riscuotere somme, a questo punto allo stesso modo dia i soldi indietro - aggiunge Carlo Garofolini, presidente di Adico -. E sarebbe bello che avviasse spontaneamente le restituzioni dei soldi incassati dai cittadini fino al 2010 senza costringerli a ricorrere ai Tribunali».
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Il Gazzettino