Il gelo dei giorni scorsi ha fatto impazzire i prezzi, in particolare degli ortaggi, che in provincia sono lievitati del 30%. Al problema delle gelate, che hanno colpito le...
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Il problema delle gelate è reale, aggiunge Sergio Bertanza, presidente del comparto alimentaristi dell'Ascom Confcommercio, «e i rincari stanno riguardando soprattutto gli ortaggi, dalle bietole agli spinaci, dalla lattuga ai cavoli, dai finocchi ai carciofi, dalle zucchine fino alle rape. E per alcune tipologie sono addirittura cessate le consegne perchè sono introvabili. I rincari qui da noi sono al massimo il 30 per cento, mentre in altre regioni hanno raggiunto anche il 100%. Ma è vero che c'è sempre qualche furbo, che approfitta della situazione e si comporta facendo del male ai virtuosi, ovvero a quelli che pur di non danneggiare e di non far scappare i clienti, visto che c'è una concorrenza spietata, rinunciano al margine di guadagno. Alla Crai, per esempio, i cavolfiori sono in offerta a 1,20 e lo rimarranno sino a domani, come promesso ai consumatori. Poi sicuramente il loro prezzo salirà».
L'impennata dei prezzi, si badi, sottolinea Cesare Bertoia, presidente provinciale della Coldiretti, «non riguarda la frutta di stagione o i prodotti conservabili nei frighi: i costi impazziti sono quelli degli ortaggi. Il freddo incide anche sul riscaldamento delle serre, che fa alzare le spese di produzione. Qui in provincia si coltivano cavolfiori, finocchi, zucchine, ma solo in serra. Quelli che erano nel campo, con -11, sono tutti morti».
E anche questa volta, come sempre quando si verificano le gelate, le zucchine diventano il termometro dei rincari. «Ma va detto - precisa Bertanza - che è normale l'escalation invernale dei prezzi delle zucchine, anche se non come quest'anno. In particolare, a ottobre costavano 2,98, a novembre 3,98, a dicembre 4,98 e ora 5,90 il chilo. Per i finocchi, invece, che a dicembre costavano 1,99 e ora sono schizzati a 4,90, c'è una motivazione: arrivano tutti neri per via del gelo patito e siamo costretti a sbucciarli, gettando il 25 se non il 305 del prodotto».
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Il Gazzettino