VENEZIA Aveva visto giusto, il gioielliere di piazza San Marco Setrak Tokatzian.

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VENEZIA Aveva visto giusto, il gioielliere di piazza San Marco Setrak Tokatzian. All'indomani del clamoroso colpo di palazzo Ducale aveva fatto una ricostruzione dettagliata di come erano andate le cose e aveva anche messo in guardia dalla presunta blindatura delle teche che proteggevano i gioielli. «Dovrei fare l'investigatore - scherza - lo sapevo che erano dell'Est, serbi o croati. gente che si muove benissimo, grandi professionisti del crimine che per meno di mezzo milione non si alzano neanche dalla sedia. Quando si muovono, fanno danni in tutta Europa». Tokatzian evidenzia le analogie con il colpo fatto nel settembre 2015 all'hotel Cipriani, dove nel suo punto vendita era stato sottratto un orologio Ulysse Nardin da 300mila euro. «Queste vetrine qui - continua - a meno che non siano murate, possono essere aperte. La tecnica è sempre quella: apre la teca, la chiude, si guarda intorno, la riapre, arraffa e chiude di nuovo. Sono usciti uno alla volta, come al Cipriani, cadenzati di qualche secondo. Avevo detto subito che quella era la pista da prendere. Quando poi li hanno arrestati a Milano per un furto compiuto a Vicenza Oro, avevo detto alla polizia che la donna e l'uomo erano quelli del Cipriani».

Inutile, per Tokatzian, cercare la refurtiva: «Hanno passato il bottino di mano subito e nel giro di poche ore i gioielli sicuramente erano stati smontati. In Italia quelli non staranno molto in galera, comunque sono dei mostri e i loro colpi sono roba da film. È gente che conosce bene la città e chissà quante volte avevano visitato palazzo Ducale. Pensi - conclude - che al Cipriani erano riusciti a rimanere due ore e mezza senza dare nell'occhio e dopo aver rubato l'orologio, in esposizione da poche ore, erano fuggiti tranquilli per le uscite di sicurezza». (m.f.)
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Il Gazzettino