VENETO STRADE TREVISO «Marcon ci ha chiesto di mettere due o tre milioni

VENETO STRADE TREVISO «Marcon ci ha chiesto di mettere due o tre milioni
VENETO STRADETREVISO «Marcon ci ha chiesto di mettere due o tre milioni in più rispetto alla perizia o, in alternativa, di poter cedere ad altri la complicata gestione della...

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VENETO STRADE
TREVISO «Marcon ci ha chiesto di mettere due o tre milioni in più rispetto alla perizia o, in alternativa, di poter cedere ad altri la complicata gestione della viabilità del passo San Boldo. Ha detto che in cambio di questo avrebbe dato il via libera alla cessione delle quote di Veneto Strade. Ma qui non siamo mica al mercato del pesce. E nemmeno in una trattativa tra privati. Noi siamo abituati a fare le cose per bene». Parole e musica di Elisa De Berti, assessore regionale alle Infrastrutture. Nel mirino c'è Stefano Marcon, presidente della Provincia, che nei giorni scorsi ha attaccato pesantemente la Regione accusandola di scarsa trasparenza per quanto riguarda l'affaire della compravendita delle quote di Veneto Strade, primo passo verso il possibile ingresso dell'Anas, società con un portafoglio importante gonfio di soldi dello Stato. La giunta Zaia ha vissuto le sue prese di posizione come un indigesto aut aut. Ecco perché i rapporti tra Treviso e Venezia si sono improvvisamente incendiati: «Mi pare che l'interesse della Provincia non sia quello di approfondire il progetto per l'ingresso di Anas in Veneto Strade punge De Berti bensì, molto più semplicemente, quello di cercare di spillare alla Regione più soldi possibile». Ormai un anno fa la Regione, proprietaria del 30% di Veneto Strade, aveva chiesto a tutte e sette le Province di vendere le loro quote (7,14% a testa). Ad oggi hanno detto di sì in tre: Verona, Vicenza e Rovigo. Quanto basterebbe alla Regione per acquisire un altro 21%, da aggiungere poi al 20% che intende comperare da quattro concessionarie autostradali (5% a testa per Autostrade Serenissima, Autostrade per l'Italia, Autovie Venete e A4 Holding). Per un totale del 71%. Soglia da sempre fissata come obiettivo.

PIÙ RISORSE
«Veneto Strade ha bisogno di risorse che le Province non sono più intenzionate a mettere sul piatto. Solo il funzionamento costa 15 milioni all'anno spiega l'assessore per questo abbiamo chiesto loro di vendere, dato che la società porta avanti la manutenzione solo delle strade regionali e delle strade provinciali di Belluno». Non è arrivato un sì plebiscitario. Marcon è stato il primo a chiedere una perizia per determinare il valore delle quote. A fine luglio è arrivata la stima del consulente Praxi che aveva determinato un valore complessivo di quasi 5,2 milioni. Ma il 14 settembre si è materializzato quello che la De Berti definisce un macigno.
LA CONTROPERIZIA
L'Upi, l'Unione delle Province, ha chiesto un approfondimento della perizia, che ha fatto finire in standby il discorso con le concessionarie autostradali. La Regione ha subito chiarito che non l'avrebbe preso in considerazione perché di parte. Ma le Province sono andate avanti determinato un valore fino addirittura di 18,5 milioni. Per Treviso la forbice dei soldi che si potrebbe incassare va quindi da 370mila euro a 1,3 milioni.

«Le accuse di Marcon escono da un film che ha visto solo lui conclude l'assessore chiede di vedere un piano industriale? Ma stiamo parlando di una società che fa solo manutenzione ordinaria. Non nuove opere. Che piano industriale vuole vedere? Io ho sempre spiegato spontaneamente il progetto riguardante l'ingresso in Anas. Le Province non hanno mai chiesto nulla. Anzi, non hanno nemmeno fatto avere agli altri soci la loro contro-perizia. In questa partita nessuno ci può accusare di scarsa trasparenza».
Mauro Favaro
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Il Gazzettino