Veneto, Carraro rieletto presidente

Veneto, Carraro rieletto presidente
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LA NOMINA
VENEZIA Il Consiglio di Presidenza di Confindustria Veneto (composto dai Presidenti delle cinque Associazioni Territoriali e dai presidenti regionali del Gruppo Giovani e della Piccola Industria) ha - all'unanimità - chiesto ad Enrico Carraro di proseguire il suo impegno alla guida della Federazione regionale. Il Presidente Carraro ha dato la sua disponibilità per il nuovo incarico ed è stato così eletto Presidente di Confindustria Veneto per il quadriennio 2021-2025. Enrico Carraro era subentrato a Matteo Zoppas ad ottobre 2019, portando alla sua scadenza naturale (febbraio 2021) quel mandato. Come indicato dallo Statuto di Confindustria, essendo la durata inferiore ai due anni, il Presidente Carraro poteva essere candidato ad una nuova elezione per un successivo mandato pieno di quattro anni.

«Inizio questo nuovo mandato con uno spirito di responsabilità ancora maggiore - ha commentato Carraro -. Uno dei temi cardine da rimettere al centro della discussione è senza dubbio quello del lavoro. È necessario andare oltre questa fase di emergenza per non trovarci totalmente impreparati rispetto allo scenario che si aprirà quando le misure di contenimento, come il blocco dei licenziamenti o la cig Covid, verranno meno».

«Più che di un nuovo patto che ha un livello nazionale - ha spiegato Carraro -, condivido l'esigenza di una riflessione comune tra le parti sociali venete per cercare soluzioni innovative e calate sul territorio sia per salvaguardare l'occupazione, sia per dare alle imprese venete un sostegno concreto che consenta la ripresa competitiva delle attività. L'idea di approntare strumenti straordinari in grado di gestire, con le dovute distinzioni, settori in oggettiva difficoltà come Turismo e Moda rispetto a quelli che hanno invece avuto performance positive, può essere una strada da percorrere. Questa pandemia ci lascia però la certezza di una non più derogabile riforma degli ammortizzatori sociali: la cig straordinaria dovrebbe essere utilizzata non come una indennità di disoccupazione mascherata ma per gestire meglio le crisi aziendali e i conseguenti riflessi occupazionali».
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Il Gazzettino