Vaccini ai bambini la Regione prepara i pediatri e i centri

Vaccini ai bambini la Regione prepara i pediatri e i centri
LA CAMPAGNAVENEZIA Dagli hub riservati in Piemonte, alle scuole mobilitate in Puglia, tutta l'Italia ora è chiamata a organizzare l'immunizzazione (volontaria) anche dei bimbi da...

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LA CAMPAGNA
VENEZIA Dagli hub riservati in Piemonte, alle scuole mobilitate in Puglia, tutta l'Italia ora è chiamata a organizzare l'immunizzazione (volontaria) anche dei bimbi da 5 a 11 anni. Non fa eccezione il Veneto, che pensa a una soluzione mista: «Iniezioni negli ambulatori dei pediatri e linee dedicate nei centri vaccinali», annuncia il governatore Luca Zaia. A questo obiettivo mira il confronto coordinato dall'assessore regionale Manuela Lanzarin, in un momento in cui il contrasto al contagio in ambito scolastico trova il supporto pure dell'Esercito.

DAL 16 DICEMBRE
Con il suo parere favorevole, l'Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato le somministrazioni a partire dal 16 dicembre. «Ma mancano ancora i dettagli annota l'assessore Lanzarin anche sulle modalità di fornitura del vaccino Pfizer: se arrivasse in monodose, sarebbe tutto molto più facile». Nuove disposizioni sono state comunque annunciate da Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute: «Aifa ha approvato il vaccino per i bambini, ora va fatta una circolare e siamo in attesa delle note tecniche. Rispetto alla vaccinazione dei bambini guariti da Covid e con quante dosi, in questo momento non mi sentirei di sbilanciarmi. Adesso vedremo che indicazioni dare anche per la fascia pediatrica».
IL PROTOCOLLO
Allo studio in Veneto è un protocollo fra la Regione e i rappresentanti dei pediatri di libera scelta, che sono in tutto 525, per una platea di 302.000 piccoli pazienti. «Siamo disponibili ad attivare anche linee dedicate nei centri vaccinali premette il presidente Zaia ma siamo convinti che la soluzione migliore sia quella di tenere un canale aperto con i medici che hanno già in cura i bambini e dei quali le famiglie hanno fiducia». L'idea è di ricalcare l'accordo che ha già consentito la vaccinazione dei minorenni dai 12 anni. «Vi avevano aderito 315 medici e cioè il 60% ricorda Lanzarin anche se poi le 17.362 inoculazioni erano state effettuate da 169 professionisti, cioè dal 32%. Per questo contiamo di mantenere in parallelo anche l'accesso ai centri vaccinali e di consentire gli appuntamenti a domicilio per i bimbi che non possono spostarsi». Tutte le Ulss sono state invitate a riunire i propri comitati aziendali per definire le modalità ottimali. «Con gli over 12 sottolinea la titolare della Salute a Padova era stato privilegiato l'ambulatorio, mentre a Treviso erano state somministrate 10.000 dosi negli hub, dove i pediatri si davano il turno. In base alle scelte di ciascuna azienda sanitaria, si saprà se servirà la prenotazione attraverso il portale o se basterà il contatto con il proprio studio pediatrico di riferimento».
I MILITARI
Nel frattempo la Regione è in contatto con l'Esercito per attuare il progetto delineato dal generale Francesco Paolo Figliuolo. Anticipa l'assessore Lanzarin: «Ci saranno una o due squadre per Ulss, formate ciascuna da un medico e due infermieri, tutti militari, che entreranno nelle scuole per dare supporto all'attività dei tamponi. Inoltre il laboratorio militare di Padova ha dato disponibilità alla refertazione di 100 tamponi molecolari al giorno». La capacità del Veneto è di 27.000 test di laboratorio al giorno, ma con gli antigenici la disponibilità arriva a una media di 95.000 diagnosi, con una punta di 138.000 toccata in settimana.
LA MOSTRA

Sempre a proposito di bambini, ieri al museo M9 di Mestre è stata inaugurata la seconda tappa della mostra i AndràTuttoBene, con i disegni realizzati durante la pandemia. «Quando finirà?», hanno chiesto i piccoli al presidente Zaia, il quale ha risposto: «Se lo sapessi potrei diventare l'uomo più ricco del mondo. Non posso saperlo ma è vero che oggi, a differenza di un anno fa, abbiamo un quarto di ricoverati. Significa che se prima avevamo 100 persone in ospedale, adesso ne abbiamo 25. Significa che la vaccinazione sta funzionando».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino