Unità all'insegna delle varietà. Il partito democratico si dà appuntamento nella "città dell'amore fraterno", con un tono festoso che sembra voglia fare da contraltare ai toni...
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Donald Trump sta godendo il tradizionale "bump" di popolarità seguente a una convention. Vedremo se questa democratica avrà l'effetto di rilanciare anche Hillary. Ad aprirle la strada si sono dati appuntamento ieri sera sul palco del Wells Fargo Center una lista stelle di serie A. Si è cominciato con un tris di grande peso specifico, la senatrice liberal nemica di Wall Street, Elizabeth Warren, la first lady Michelle Obama e il senatore Bernie Sanders, il socialista del Vermont che ha dato filo da torcere a Hillary per tutte le primarie. Michelle aveva preparato un discorso per esaltare il ruolo di Hillary nel difendere gli ideali di pari opportunità, eguaglianza e inclusione. Bernie aveva già nel pomeriggio arringato i suoi seguaci, sollecitandoli a votare per Hillary, ottenendo in verità reazioni contrastanti, con una buona metà dei giovani che fischiavano in disaccordo. Ma ieri sera il suo sarebbe stato il discorso politico più importante, per la promessa di portare avanti la sua lotta liberal e progressista anche negli anni futuri. Assente dal palco la segretaria del Democratic National Committee, Debbie Wasserman Schultz, dimissionaria (obtorto collo) per lo scandalo delle mail piratate. Ma nelle file del partito c'era una lotta a gomitate per poter apparire. Anzi, il New York Times ha rivelato con un sorrisetto ironico nei confronti dei repubblicani, che avevano sofferto di un palco un po' misero, che qui a Filadelfia si «avverte l'imbarazzo dell'abbondanza». Ci sono tanti nomi che vogliono salire su quel palco per attaccare Trump e difendere Hillary, che si deve chiedere di contenere i discorsi, anche se personalità come Bill Clinton, che parla stasera, o Joe Biden, che parla domani, sembrano incapaci di essere concisi. Aggiungete che all'ultimo si sono aggiunti altri nomi big, come quello di Michael Bloomberg, ex sindaco di New York, ex repubblicano, che ha chiesto di parlare per sostenere Hillary.
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Il Gazzettino