A un anno dalla costruzione del primo muro difensivo al confine con la Serbia, l'Ungheria di Viktor Orban ha annunciato ieri una nuova barriera fortificata...
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IL SUMMIT - Orban, che ha ribadito le sue preoccupazioni per l'emergenza migranti e per la sicurezza durante l'incontro di ieri a Varsavia fra i quattro Paesi del Gruppo Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia) con la cancelliera tedesca Angela Merkel, non ha precisato quando partiranno i lavori per la realizzazione della seconda barriera anti-migranti lungo i 175 km della frontiera con la Serbia. Una nuova barriera, ha osservato il premier ungherese, che sarà in grado di fermare eventualmente «centinaia di migliaia di persone». Attualmente sono in corso rilevamenti tecnici in vista dell'avvio dei lavori, ha detto. Di recente l'Ungheria ha disposto l'impiego di altri 3 mila poliziotti a protezione del confine meridionale, in aggiunta ai 3.500 già in servizio. Poliziotti spesso oggetto di dure critiche per le maniere brusche e violente che userebbero nei confronti dei migranti.
PATTUGLIE - Giovedì in un incontro fra i ministri dell'Interno serbo e ungherese, Nebojsa Stefanovic e Sandor Pinter, è stata evocata la possibile creazione di pattuglie miste di poliziotti serbi e ungheresi da inviare alle frontiere della Serbia con Bulgaria e Macedonia, i due Paesi da dove più intenso è il flusso di migranti da sud.
I NUMERI - E le autorità dell'Ungheria, attraverso la quale lo scorso anno sono transitati non meno di 400 mila migranti e profughi diretti in Europa occidentale, denunciano che malgrado le barriere metalliche e di filo spinato erette un anno fa alle frontiere con Serbia e Croazia, da gennaio sono state almeno 18 mila le persone entrate illegalmente in territorio magiaro. Per questo il premier Orban si dice preoccupato e preme per consolidare le barriere difensive ai confini dell'Ungheria, dove il 2 ottobre si terrà un referendum indetto dal premier per legittimare il suo no alla politica della distribuzione dei migranti nei vari paesi Ue decisa da Bruxelles.
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Il Gazzettino