Una pandemia di nutrie La Cia:«Ormai è emergenza»

Una pandemia di nutrie La Cia:«Ormai è emergenza»
L'INVASIONEMESTRE Una pandemia di nutrie. Ormai sono migliaia nel Veneziano. E benché il musetto e l'incedere possano suscitare tenerezza, il loro proliferare è una vera...

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L'INVASIONE
MESTRE Una pandemia di nutrie. Ormai sono migliaia nel Veneziano. E benché il musetto e l'incedere possano suscitare tenerezza, il loro proliferare è una vera minaccia per l'agricoltura e non solo. A segnalare la mancanza di coordinamento sul tema, chiedendo a gran voce un piano operativo efficace ed immediato senza proroghe e burocrazia, la Cia di Venezia, elencando le specifiche criticità. I roditori, infatti, costruiscono le tane vicino alle arginature che, in caso di transito dei mezzi agricoli, possono cedere, aggiungendo alla perdita dei raccolti il pericolo per l'agricoltore e per l'equilibrio idrogeologico.

«Da quando la gestione è passata alle Regioni si fatica a coordinare un piano di eradicazione di questi animali - commenta Paolo Quaggio, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori. Una nutria adulta spiega può consumare 2,5 chili di cibo al giorno; parliamo di mais, soia, granturco, insalate... Tutto viene distrutto, la situazione sta sfuggendo di mano: chiediamo di riprendere il piano adottando le più consone soluzioni, come la sterilizzazione, su cui investire risorse per la ricerca».
Ora, una legge regionale dispone che il contenimento possa avvenire in vari modi: dall'utilizzo di armi da sparo alle trappole con successivo abbattimento, fino appunto alla più auspicabile, e già adottata in alcuni Comuni, sterilizzazione delle colonie. Gli unici autorizzati a tali operazioni sono Polizia locale, agenti venatori volontari, guardie giurate, operatori della vigilanza idraulica, proprietari o conduttori dei fondi agricoli e soggetti muniti di licenza per l'esercizio dell'attività venatoria.
La drammaticità della situazione è dimostrata per esempio a Concordia Sagittaria, dove hanno organizzato una raccolta firme. «Con tre parti l'anno ormai ci sono migliaia di esemplari confermano dal Comune metropolitano e ci sono anche delle zone protette, dove è vietato intervenire. Abbiamo timore a girare in macchina, rischiamo d'investirle provocando danni». Anche i cacciatori non ne vengono a capo, e rinunciano a causa dei vincoli di smaltimento. «Come fai a dare un limite di 5 esemplari ad ettaro se di nutrie ce ne sono 5mila?», si domandano. «Il piano triennale di gestione è stato prorogato al 30 giugno - dice Mattia De Faveri, di Federcaccia . So che sono state comprate trappole e congelatori nuovi, ma c'è bisogno di una più snella organizzazione».

Luca Bagnoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino