«UNA MANNA DUE VENETE IN CELTIC»

«UNA MANNA DUE VENETE IN CELTIC»
RUGBYLimite o motore di sviluppo? La richiesta del Petrarca Padova di entrare in Celtic League rischia di dividere la Fir, che domani a L'Aquila apre l'esame del dossier del club...

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RUGBY
Limite o motore di sviluppo? La richiesta del Petrarca Padova di entrare in Celtic League rischia di dividere la Fir, che domani a L'Aquila apre l'esame del dossier del club presieduto da Alessandro Banzato. Da una parte chi teme di rinchiudere il rugby che conta nei confini di una sola regione (e tra questi il presidente della Fir Alfredo Gavazzi, che lo ha dichiarato apertamente al Gazzettino) dall'altra chi vede invece nella competizione tra due rivali storiche venete, un potente appeal.

Marzio Innocenti, ex capitano azzurro e del Petrarca, ora leader del Comitato regionale veneto e candidato alle prossime elezioni federali, non vede ostacoli all'ingresso del Petrarca: «Due squadre professionistiche in Veneto ci stanno benissimo. Treviso e Padova possono creare un meccanismo virtuoso per determinare una crescita esponenziale dell'interesse con ricadute positive sull'intero movimento». Innocenti pensa anche all'ossigeno per il bilancio federale e i club di base: «Una delle due franchigie ora è interamente a carico della Fir - sottolinea -. Se entra un imprenditore della potenza economica di Banzato, è chiaro che si risparmieranno soldi da investire sulla base, ad esempio per rilanciare il Sud, in grave abbandono. Bisogna capire che, all'interno di un progetto di sviluppo chiaro, l'ingresso del Petrarca a fianco di Treviso è una grande opportunità per tutto il rugby italiano. Certo se ci sono altre disponibilità importanti di imprenditori in Italia è bene che vengano fuori. La Fir faccia un bando e vediamo chi offre più garanzie».
Il presidente del Rovigo, Francesco Zambelli, dopo che Banzato aveva lanciato la candidatura del Petrarca, si era detto disponibile a sua volta a investire in una franchigia celtica.
TERZO POLO
E non ha ancora fatto retromarcia: «Prima di fare qualunque passo - precisa - voglio discuterne con Treviso e Petrarca, per non mettergli involontariamente i bastoni tra le ruote. Però Rovigo soffre l'esclusione dal rugby che conta. Il campionato è diventato una competizione di serie B. Non c'è ritorno per i sacrifici che si fanno. Sono stanco e non so se continuare». Zambelli azzarda una previsione che è una stilettata: «Non credo comunque che Gavazzi voglia privarsi delle Zebre. Il Calvisano, che è la società di famiglia, vive un po' dell'indotto e dello stato particolare della franchigia di Parma. Secondo me in questa vicenda c'è un conflitto di interessi». Il presidente rossoblù guarda al futuro: «Dire che due franchigie in Veneto sono troppo vicine è assurdo e terribile. Perché, Parma è forse così lontana da Treviso? Il fatto è che chi vuole investire nel rugby deve poterlo fare. E se ci fosse una terza franchigia io sarei disponibile e con me altri imprenditori rodigini pronti a scommettere nel Pro14».

Antonio Liviero
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino