«Una dipendenza sempre più diffusa»

«Una dipendenza sempre più diffusa»
L'ESPERTOROVIGO «È un fenomeno in costante aumento anche nella nostra provincia. Nel 2017 tra Rovigo e Badia abbiamo avuto oltre 100 casi da seguire, ma tantepersone non hanno...

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L'ESPERTO
ROVIGO «È un fenomeno in costante aumento anche nella nostra provincia. Nel 2017 tra Rovigo e Badia abbiamo avuto oltre 100 casi da seguire, ma tantepersone non hanno il coraggio di rivolgersi a noi, come succede per tutti i casi di dipendenza». A dirlo è Marcello Mazzo, direttore del Sert. «Quella che era partita come un'attività ambulatoriale, è diventata un servizio giornaliero che ci occupa a tempo pieno. Gli uomini di mezza età sono quelli che giocano di più. Vanno al bar a giocare alle macchinette e videolottery, ma amano anche fare scommesse, acquistare gratta&vinci e biglietti delle varie lotterie. Siamo molto preoccupati per l'ampia diffusione del gioco, dato che non esistono trasmissioni sportive o bar dove non ci siano pubblicità sul gioco d'azzardo, ma non esistono nemmeno censure né informazioni corrette sul rischio dipendenza».

IL LAVORO

Per Mazzo se la base dei giocatori è ampia, si può selezionare maggiormente la dipendenza. «Il gruppo di lavoro che si occupa di queste persone è composto da medico, psicologo, assistente sociale ed educatore. È una realtà che fino a poco fa non si poteva immaginare, ora è diventata una piaga che copre l'intera società. Una volta le dipendenze colpivano le fasce sociali basse con poca scolarizzazione, oggi c'è più cultura nei soggetti e la fascia è diventata medio alta». In attesa di un numero apposito, con tanto di Sms, è stata creata la pagina Facebook Ulss 5 dipendenze, dove gli operatori si confrontano sui tipi di dipendenze. «Da noi la gente non si rivolge solo suonando il campanello o presentandosi senza impegnativa, ma anche utilizzando i social network - conclude Mazzo - c'è da investire molto, per questo si spera nei fondi regionali, rispetto a prevenzione e cura. È probabile che chi inizia a giocare lo faccia per migliorare la condizione di vita, ma chi sta tutto il giorno davanti alla macchinetta diventa dipendente. Ci stiamo aprendo anche a persone che non è detto lo siano, ma prima si interviene, meglio è».
M.Sca.
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Il Gazzettino