Una città cementificata Manildo: «Ora basta»

Una città cementificata Manildo: «Ora basta»
Solo case su case, catrame, cemento, là dove c'era l'erba ora c'è una città. Non occorre scomodare l'Adriano nazionale per sapere che anche la Marca (e gran parte del resto del...

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Solo case su case, catrame, cemento, là dove c'era l'erba ora c'è una città. Non occorre scomodare l'Adriano nazionale per sapere che anche la Marca (e gran parte del resto del Belpaese) sono ormai come la via Gluck. Treviso è la settima provincia in Italia per percentuale di consumo di suolo: secondo l'ultimo rapporto Ispra in materia, nel 2015, il 16,5 per cento del territorio è coperto da edifici, strade, parcheggi e altre infrastrutture.

I manufatti occupano, nel complesso, 40.951 ettari: nel giro di tre anni, dalla precedente rilevazione del 2012, la loro estensione è aumentata di 423 ettari. Le differenze all'interno dei confini provinciali, tuttavia, sono notevoli. Il capoluogo Treviso è il comune più vasto e popoloso, ma anche con la quota maggiore di terreni non più naturali: 2.167 ettari sono cementificati, pari al 39% della superficie complessiva. Ogni abitante, in media, se ne porta in dote 259 metri quadrati a testa.
«Bloccare il consumo di suolo, costruire sul costruito, evitare nuove urbanizzazioni - spiega il sindaco Giovanni Manildo - sono i principi del nostro Pat. Nei prossimi giorni porteremo in Consiglio comunale la variante con la possibilità di rinunciare anche ai piani attuativi giù concessi». E il passo successivo sarà favorire le demolizioni, tramite il sistema dei crediti edilizi, per cercare di far diminuire (e non solo non far crescere) quel 40%.
Il boom residenziale della cintura urbana, negli anni scorsi, ha avuto effetti anche sul suolo: nella classifica provinciale dei comuni più edificati, Casier è secondo con 34,7%, Villorba terza a 29,8%, Preganziol quinto a 26,9%. Nel mezzo si inserisce, quarto, San Vendemiano (al 28,7%). C'è però anche una Marca tutto sommato ancora abbastanza intatta: è quella delle Prealpi e delle colline, di piccoli comuni della parte settentrionale, dove - per ovvie ragioni geomorfologiche - è più arduo costruire. Ecco allora che Fregona può vantare meno del 4% delle sue aree cementificate, Miane il 5,3, Segusino il 5,5, Cison di Valmarino il 5,7. In Regione è appena stata varata dalla competente commissione la proposta di legge sullo stop al consumo di suolo, che a metà marzo dovrebbe approdare in aula.

«L'obiettivo è lo sviluppo edilizio a saldo zero - ha spiegato il presidente Francesco Calzavara - si darà priorità al recupero dell'esistente». Di tutt'altro avviso il consigliere trevigiano del Pd, Andrea Zanoni: «Una legge fuffa , annacquata con troppe deroghe ed esenzioni». In tanti, non solo Celentano, sperano di ritrovare un po' d'erba nella città.
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Il Gazzettino