Quando Santiago Calatrava propose il progetto del ponte, quel grande arco ribassato fu il primo pensiero per i tecnici lagunari, a causa della grande spinta laterale che avrebbe...
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Le preoccupazioni per una simile opera a Venezia furono sollevate da molti esperti di statica, di scienza e tecnica delle costruzioni. Gente che aveva realizzato ponti un po' ovunque.
È il caso del compianto professor Giuseppe Creazza, il quale aveva fatto da consulente nella fase iniziale della progettazione. Lui, che aveva subito visto dove stava il problema, aveva suggerito non di sovradimensionare le fondazioni (anche il loro peso poteva essere un problema) ma di collegarle con una catena di calcestruzzo sotto il canale, in modo da controbilanciare la spinta laterale.
Il suggerimento fu definito elegante dai tecnici incaricati della progettazione, ma fu poi scartato perché il progetto esecutivo era già stato approvato e poi avrebbe comportato costi aggiuntivi (circa un miliardo e mezzo di lire di allora) rispetto al progetto iniziale. Costi che, con il senno di poi, si sarebbero ampiamente ripagati.
Il rischio era quello che, spingendo le rive, l'arco avrebbe perso la sua geometria originaria e sarebbe potuto collassare. La soluzione individuata per controbilanciare le spinte su l'inserimento nelle spalle di martinetti idraulici da azionare ogni volta che si sarebbe verificato uno scostamento significativo. L'espediente fu suggerito nel corso del lungo collaudo dell'opera
Da allora i martinetti sono stati azionati diverse volte e continueranno ad essere usati periodicamente.
Le crepe, invece, erano comparse su entrambi i lati del canal Grande già durante la posa delle fondazioni, ma allora i tecnici dei Lavori pubblici e i direttori dei lavori dissero che il ponte non c'entrava nulla e che era tutta una bufala.
M.F.
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Il Gazzettino