Una busta e un appello per sostenere la questua

Una busta e un appello per sostenere la questua
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LA LETTERA
ROVIGO Non c'è stato soltanto il messaggio di don Manzin, ma all'uscita dalla messa è stata consegnata ai fedeli anche una lettera per spiegare la situazione, con anche dentro una busta con la scritta Offerta per il riscaldamento.

IL QUADRO
La missiva, firmata dai tre parroci della Commenda, don Emanuele Sieve, don Wanni Manzin e don Mario Lucchiari, assieme al Consiglio per gli affari economici, si rivolge in maniera molto aperta a tutti i fedeli. «Dobbiamo condividere con voi una forte preoccupazione sulla situazione economica della parrocchia. Una voce di bilancio particolarmente onerosa è quella che riguarda il riscaldamento della chiesa. In totale la spesa annua ammonta a 15.000 euro. Questo significa che ogni domenica paghiamo 440 euro per il riscaldamento, a fronte dei 320 euro raccolti con le questue».
PASSIVO
La lettera in questo caso fa riferimento esplicito al santuario della Madonna Pellegrina. I 120 euro di differenza di ogni domenica, moltiplicati per quattro settimane e poi per i dodici mesi dell'anno, fanno sì che la parrocchia Cuore Immacolato di Maria e Sant'Ilario, sia in passivo di 5.760 euro solo per quello che riguarda la voce riscaldamento. Da qui il crescente timore dei tre parroci, arrivati insieme a metà ottobre del 2016, circa il proseguimento del regolare svolgimento delle messe, durante i mesi più freddi. Vale a dire che per almeno cinque mesi, considerando novembre, dicembre, gennaio, febbraio, marzo, il santuario di piazzale Cervi, potrebbe seriamente restare chiuso, dalla fine di quest'anno.
L'APPELLO
«È evidente che i 320 euro raccolti ogni domenica non sono sufficienti a coprire i costi del solo riscaldamento - affermano i parroci - che naturalmente non sono gli unici. Confidiamo dunque sul vostro sostegno e generosità, già dimostrati in occasione di importanti lavori, compiuti negli anni scorsi».

Senza più soldi nelle offerte, non ci sarebbero fondi per il riscaldamento della chiesa principale della Commenda. «In questo caso si tratta di spese correnti e non più di lavori di manutenzione - concludono don Wanni, don Emanuele e don Mario - che se non coperte, mettono in discussione la possibilità di affrontare l'impegno finanziario per la prossima annata termica. Rendendo così impossibile l'utilizzo della chiesa nei mesi invernali».
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Il Gazzettino