La bontà fa notizia. Almeno a Treviso dove, da 41 anni, è istituito un premio ad hoc per cittadini comuni che, con la propria vita e la propria attività silenziosa, si spendono...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Il premio Ponte della bontà- spiega il presidente Carlo Martinelli- è una tradizione nata negli anni Settanta da un gruppo di persone figli del dopoguerra, che nel post conflitto avevano ricevuto aiuto e supporto e volevano a propria volta segnalare atti di bontà in città che avessero come artefici giovani e giovanissimi. Le nostre spie sono il parente, l'amico, il vicino di casa. Il loro compito è di segnalarci atti di bontà continuativi». C'è il signor Adriano Galletti, ex segretario del liceo scientifico Da Vinci, che divide le sue giornate tra Advar, Ceis, GFT e l'aiuto all'amico Pietro, invalido. La scuola primaria Alessandro Volta che ha adottato la casa di riposo Vicenzo de Paoli in un duplice scambio bambini-anziani che ha come filo recite, canti e poesie. Ci sono i volontari e i disabili della cooperativa La Realtà di Quinto che da molti anni propone laboratori di teatro, danza, piccola manualità e dove oggi i disabili di lungo corso diventano tutor dei nuovi arrivati, in un percorso partecipato di responsabilità. Ma il premio quest'anno è andato anche a Carla Giugno, maestra elementare che opera in distaccamento nel reparto di pediatria del Ca' Foncello, a Baba Tourè che da 17 anni vive in Italia e coopera con l'associazione Civico 63 e alla scuola primaria Toniolo per aver consentito, ad una compagna di classe gravemente malata, l'intera frequenza del quinquennio elementare via Skype.
«Evidenziare le cose belle è un fatto importantissimo - commenta il sindaco Manildo - A Treviso ci sono molte persone che riescono a riconoscere i bisogni degli altri, che fanno del loro meglio in modo del tutto disinteressato e senza nessun bisogno di apparire».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino