Un premio al cuore della città buona: sono 6 i protagonisti

Un premio al cuore della città buona: sono 6 i protagonisti
La bontà fa notizia. Almeno a Treviso dove, da 41 anni, è istituito un premio ad hoc per cittadini comuni che, con la propria vita e la propria attività silenziosa, si spendono...

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La bontà fa notizia. Almeno a Treviso dove, da 41 anni, è istituito un premio ad hoc per cittadini comuni che, con la propria vita e la propria attività silenziosa, si spendono per gli altri. I nomi sono segnalati da apposite spie che, nel corso dell'anno, fanno delazione di atti di generosità sottocoperta. Sei le persone e le realtà premiate ieri mattina per la festa della bontà all'auditorium della scuola media Stefanini, in una mattinata di testimonianze e musica firmata dagli Amici di ponte Dante con la partecipazione del gruppo folkloristico trevigiano.

«Il premio Ponte della bontà- spiega il presidente Carlo Martinelli- è una tradizione nata negli anni Settanta da un gruppo di persone figli del dopoguerra, che nel post conflitto avevano ricevuto aiuto e supporto e volevano a propria volta segnalare atti di bontà in città che avessero come artefici giovani e giovanissimi. Le nostre spie sono il parente, l'amico, il vicino di casa. Il loro compito è di segnalarci atti di bontà continuativi». C'è il signor Adriano Galletti, ex segretario del liceo scientifico Da Vinci, che divide le sue giornate tra Advar, Ceis, GFT e l'aiuto all'amico Pietro, invalido. La scuola primaria Alessandro Volta che ha adottato la casa di riposo Vicenzo de Paoli in un duplice scambio bambini-anziani che ha come filo recite, canti e poesie. Ci sono i volontari e i disabili della cooperativa La Realtà di Quinto che da molti anni propone laboratori di teatro, danza, piccola manualità e dove oggi i disabili di lungo corso diventano tutor dei nuovi arrivati, in un percorso partecipato di responsabilità. Ma il premio quest'anno è andato anche a Carla Giugno, maestra elementare che opera in distaccamento nel reparto di pediatria del Ca' Foncello, a Baba Tourè che da 17 anni vive in Italia e coopera con l'associazione Civico 63 e alla scuola primaria Toniolo per aver consentito, ad una compagna di classe gravemente malata, l'intera frequenza del quinquennio elementare via Skype.

«Evidenziare le cose belle è un fatto importantissimo - commenta il sindaco Manildo - A Treviso ci sono molte persone che riescono a riconoscere i bisogni degli altri, che fanno del loro meglio in modo del tutto disinteressato e senza nessun bisogno di apparire».
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Il Gazzettino