«Un piano già approvato, ma conta cosa si farà dopo»

«Un piano già approvato, ma conta cosa si farà dopo»
LA REAZIONEPADOVA «La cementificazione del territorio continua ad avanzare e lo fa in maniera subdola perché il consumo di suolo si vede quando ormai non è più possibile...

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LA REAZIONE
PADOVA «La cementificazione del territorio continua ad avanzare e lo fa in maniera subdola perché il consumo di suolo si vede quando ormai non è più possibile fermarlo». Sandro Ginestri, presidente di Legambiente Padova commenta così l'arrivo di un grande centro Bricoman. «In questo caso - osserva Ginestri - una gettata di cemento di circa 20.000 mtri quadrati si nasconde da anni nel fondo di un cantiere abbandonato e ricoperto d'acqua. Ma la maggior parte delle volte il consumo di suolo resta celato tra le carte della pianificazione comunale per mostrarsi alla luce del sole solo quando si recintano le aree e appaiono le prime ruspe, e a questo punto è già irreversibile. Le previsioni sono fatte, le autorizzazioni rilasciate, gli amministratori in carica potranno dare la responsabilità a chi li ha preceduti, e quelli a loro volta a chi c'era prima ancora, ma i cantieri ormai non li ferma più nessuno. Nemmeno eventuali fallimenti dei costruttori perché prima o poi subentra un nuovo proprietario e il progetto riparte, magari con qualche miglioria come in questo caso in cui è stata sensibilmente ridotta la cubatura».

Eppure, sottolineano a Legambiente c'è una grande differenza tra le previsioni di destinazione d'uso assegnate ai terreni e i singoli progetti già approvati. «Un piano approvato non lo blocchi, se non in rare eccezioni e con grande fatica, mentre le previsioni che non sono state già tradotte in specifici piani attuativi un Comune le può e le deve rivedere. Per questo nei prossimi mesi a Padova la stesura nuovo piano degli interventi sarà importantissima per il futuro di una città che vanta il poco invidiabile primato veneto di 49.4 % di suolo consumato. Serve una robusta sterzata rispetto alle politiche urbanistiche finora attuate nel nostro territorio».

Secondo Legambiente non c'è da fare nessun affidamento sul cosiddetto limite per l'azzeramento del consumo di suolo entro il 2050 individuato appena un paio di anni fa da Comune e Regione e richiamato da documento del sindaco per il piano degli interventi. «Si tratta di un limite ridicolo che nel nostro territorio consente in teoria cementificare il triplo del suolo che stiamo consumando attualmente. Serve un piano che stabilisca da subito un consumo di suolo zero rivedendo le previsioni non approvate, e comunque non basta. Il Bricoman non è che l'ultimo arrivato di una distesa di grandi complessi commerciali, ai margini di una zona industriale enorme da un lato, e del nuovo polo ospedaliero dall'altro, con imponenti cubature pubbliche e private già approvate».
M.G.
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Il Gazzettino