Un investigatore in aeroporto per ricostruire lo schianto

Un investigatore in aeroporto per ricostruire lo schianto
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LE INCHIESTE
PADOVA Come sempre avviene per le tragedie nei cieli le inchieste viaggiano su un doppio binario: agli accertamenti disposti dalla Procura della Repubblica e affidati ai carabinieri del comando provinciale di via Rismondo si affiancherà l'istruttoria condotta, in maniera del tutto autonoma, dagli investigatori dell'Agenzia nazionale per la Sicurezza del Volo. Gli uomini del Nucleo investigativo hanno compiuto tutti gli atti urgenti su disposizione del magistrato di turno Roberto D'Angelo: dopo la rimozione del cadavere, rimasto a lungo tra le carcasse fumanti del Beechcraft, e poi trasferito a Medicina legale in attesa dell'autopsia o di un semplice esame esterno, si è proceduto al sequestro dell'area in cui il velivolo si è schiantato al suolo ed è stata effettuata la ricostruzione filmata della traiettoria compiuta dall'aereo nella tragica fase di atterraggio. Gli uomini dell'Arma hanno poi raccolto anche una serie di testimonianze oculari che verranno inserite nella prima informativa destinata alla Procura.

L'ESPERTO
Nel pomeriggio è arrivato in città anche l'investigatore inviato dall'Agenzia nazionale per il volo. Il suo compito sarà quello di accertare quali errori abbia eventualmente compiuto il pilota e per quali ragioni non sia riuscito a completare correttamente la manovra di atterraggio. Si avvarrà della decisiva collaborazione del personale in turno alla torre di controllo dell'Allegri che ha assistito alle concitate fasi precedenti il terribile schianto. Stando ai primi accertamenti sembra probabile che Egidio Gavazzi non abbia rispettato le procedure previste durante la fase di avvicinamento alla pista 04 dello scalo padovano.
IL VELIVOLO
In particolare il potente velivolo, con marca di identificazione I-BMBN, lungo oltre otto metri, con un'apertura alare di dieci, dotazione di cinque posti ed un motore da trecento cavalli, avrebbe iniziato la discesa ad una velocità troppo elevata. Si sarebbe ritrovato ad un'altezza eccessiva quando era il momento di imboccare la pista. Ad un certo punto Gavazzi si sarebbe reso conto di non poter completare l'atterraggio in tempo utile. Il rischio concreto era quello di andare a sfracellarsi contro la recinzione esterna dell'Allegri.
L'ottantatreenne non avrebbe avuto altra scelta che quella di provare a riguadagnare quota. Trovandosi però ad una distanza minima dal suolo sarebbe stato costretto a correggere la rotta sterzando verso destra. C'era infatti il rischio di finire contro le abitazioni di fronte all'ingresso principale dell'aeroporto. Ed è a quel punto che non sarebbe più stato nelle condizioni di controllare il velivolo. Dopo l'impatto con il pino e i cavi dell'elettricità sarebbe piombato sulla piazzola in cemento incendiandosi all'istante.

«A seguito dell'incidente che ha coinvolto l'aeromobile Beechcraft Bonanza - scrive l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (ANSV) - abbiamo aperto un'inchiesta di sicurezza e disposto l'invio sul luogo dell'evento di un proprio investigatore. A quanto risulta attualmente, il velivolo era decollato dall'aeroporto di Bresso ed è precipitato in prossimità dell'aeroporto di Padova, subito dopo un mancato avvicinamento». Gavazzi aveva acquistato il velivolo da pochi mesi: in precedenza apparteneva ad un altro imprenditore, morto qualche anno fa.
Luca Ingegneri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino