Un giro di mazzette milionario per aggiudicarsi la costruzione di una tratta che

Un giro di mazzette milionario per aggiudicarsi la costruzione di una tratta che
Un giro di mazzette milionario per aggiudicarsi la costruzione di una tratta che faceva gola praticamente a tutti: il collegamento ferroviario tra il Terminal 1 e il Terminal 2 di...

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Un giro di mazzette milionario per aggiudicarsi la costruzione di una tratta che faceva gola praticamente a tutti: il collegamento ferroviario tra il Terminal 1 e il Terminal 2 di Malpensa. Versavano mazzette a Davide Lonardoni, dirigente di Nord-Ing, società del gruppo Fnm (e figlio dell'ex dg delle stesse Ferrovie Milano Nord), gli imprenditori, tra cui alcuni ritenuti vicini alla ‘ndrangheta, arrestati ieri mattina assieme allo stesso manager e ad altre persone nell'ambito dell'inchiesta della dda milanese, condotta dalla Guardia di Finanza.

L'ordinanza del gip Alessandra Simion, su richiesta del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e del pm Bruna Albertini, spiega che le diverse società finite nel mirino della Procura, sebbene apparentemente prive di legami tra loro, in realtà avrebbero fatto parte di un vero e proprio «sistema» per alternarsi nell'aggiudicazione di subappalti con cadenza biennale. Il tutto ruotava attorno all'imprenditore bergamasco, ora in carcere, Pierino Zanga (definito il «dominus»), e aveva lo scopo di eludere eventuali controlli di natura fiscale.
La gara più rilevante è quella del prolungamento ferroviario dal T1 al T2 di Malpensa - 3,6 chilometri per un costo di 115 milioni - finanziato con soldi pubblici italiani ed europei. La gara, vinta da Itinera, del Gruppo Gavio, è stata poi data in subappalto al gruppo di imprenditori bergamaschi e calabresi arrestati che dopo aver versato tangenti e utilità a Lonardoni avrebbero ottenuto agevolazioni nell'aggiudicazione dei lavori.
Lonardoni, originario di Saronno (Varese) e residente a Milano, almeno formalmente si occupava di sicurezza nei cantieri gestiti dalla società specializzata negli interventi di potenziamento e ammodernamento della rete ferroviaria. Il padre, dg di Ferrovienord fino al 2012 e attualmente in pensione, è assessore ai Lavori pubblici nel Comune di Saronno. Arrestati anche il faccendiere bresciano Alessandro Raineri (ritenuto uomo a libro paga degli imprenditori, in contatto con funzionari di amministrazioni ed enti pubblici) e appunto Zanga, ufficialmente dipendente delle società.
Complessivamente sono state accertate violazioni per 20 milioni di euro e gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati di corruzione diretta all'acquisizione dei lavori. Contestati anche reati di natura fiscale, per presunta «utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti» e la truffa ai danni dello Stato, la bancarotta fraudolenta, l'intestazione fittizia di beni.

«Nessuna società del Gruppo Fnm è coinvolta nell'indagine della Procura di Milano. Un dipendente di una delle società del Gruppo è interessato dall'indagine a titolo personale. Non si tratta di un dirigente». È quanto dichiara il presidente di Fnm Spa Andrea Gibelli a proposito degli arresti. Anche la società Itinera prende le distanze: «I lavori in subappalto - dice il loro comunicato - sono stati affidati da Itinera nel pieno rispetto delle procedure di legge, ad imprese regolarmente autorizzate ai sensi della vigente normativa antimafia».
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Il Gazzettino