Un fuggi-fuggi di attività e negozi

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I luoghi dell'abbandono è il nome di un progetto e di una regolare associazione creata dal fotografo Devis Vezzaro, per documentare luoghi una volta utilizzati ma ora completamente lasciati a se stessi in tutta la penisola. Scatti fotografici che, come annuncia la descrizione, trasmettono il cupo declino di certi siti, prima luoghi vissuti, ora spettri di strutture decadenti e pericolose. Si va dagli impianti industriali ai luoghi di ritrovo immortalata tra le altre pure la discoteca polesana Maskò, Popsy per i più nostalgici fino a intere cittadine. Fortunatamente per il nostro territorio e le tanto vituperate frazioni la situazione è leggermente migliore, ma non mancano tuttavia grandi criticità. Nella piccola Sant'Apollinare, ad esempio, il dibattito è aperto da tempo sulle possibilità future per non far diventare il luogo un puro e semplice dormitorio del capoluogo Rovigo o di altre province limitrofe. Una zona di passaggio sulla strada verso Adria e il Delta e a pochi chilometri da San Bortolo e la Tassina, che ha però anche subìto fortemente la vicinanza e lo sviluppo dei quartieri limitrofi e dei grandi centri di distribuzione in prossimità. Un paese che vanta tra l'altro alcune eccellenze, come l'istituto agrario, l'eliporto o l'Osservatorio astronomico. Le attività commerciali sono, però, pressoché limitate e, nel tempo, hanno conosciuto una piccola morìa. Restano un pub, alcuni bar, pizzerie, un paio di saloni da parrucchiere, la farmacia, il negozio di fiori in prossimità del cimitero, un mobilificio, una piccola rivendita di alimentari, un arrotino e un'edicola part-time. Poco altro e il tutto nonostante un discreto proliferare di aziende artigiane e non, dai trasportatori a quelle prettamente agricole, passando per le autofficine. Nel tempo, i residenti hanno assistito alla chiusura dello storico panificio, seguito a ruota dalla macelleria, da alcuni bar, dalle mercerie, dalla sala giochi, dalla ferramenta al tappezziere, dal barbiere all'utile ufficio postale, con conseguente necessità di spostarsi per le più banali operazioni. Per quest'ultimo addirittura sembrerebbe pendere, a mo' di spada di Damocle sulla testa, pure la possibilità di chiusura del più vicino nella frazione di Borsea e, nei mesi scorsi, era stata anche paventato l'addio alla scuola elementare, uno dei pochi servizi rimasti. Senza dimenticare poi che, ancor prima di entrare in paese, il benvenuto ad autoctoni e visitatori è dato dallo scheletro di ciò che resta del magazzino della Polimero srl, andato letteralmente in fumo a causa di un incendio nel luglio 2013. Da oltre tre anni, la situazione non è cambiata, sperando che non si attenda di entrare nella prossima galleria fotografica.

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Il Gazzettino