Un focolaio in casa di riposo «Ecco come ci difendiamo»

Un focolaio in casa di riposo «Ecco come ci difendiamo»
LE MISURE PADOVA Un nuovo focolaio, il primo di questa seconda ondata. Alla casa di riposo Borgo Bassano di Cittadella sono positivi 12 ospiti, un medico e un infermiere. Subito...

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LE MISURE
PADOVA Un nuovo focolaio, il primo di questa seconda ondata. Alla casa di riposo Borgo Bassano di Cittadella sono positivi 12 ospiti, un medico e un infermiere. Subito sono scattate le misure di sicurezza per testare gli altri anziani e i lavoratori. In totale in provincia di Padova nelle 37 case di riposo attualmente risultano contagiati 19 operatori e almeno 15 ospiti.

La primavera era stata tremenda: 617 pazienti positivi, 141 vittime e tre mesi da incubo. La seconda è appena iniziata e la paura è la di nuovo stessa, ma questa volta le case di riposo padovane hanno una grande arma in più per difendersi: l'esperienza. Aree isolate per i nuovi ospiti, limitazioni rigidissime per i familiari, tamponi costanti a tutti: così le 137 strutture assistenziali della provincia si stanno difendendo da un virus che ha già fatto una mezza strage.
«Ora nel complesso stiamo reggendo perché c'è un sistema di controllo a 360 gradi. Se servirà introdurremo misure ancora più drastiche, ma speriamo proprio non sia necessario» spiega il dottor Paolo Fortuna, direttore dei servizi sociali dell'Ulss 6 Euganea.
I NUMERI
Oggi gli ospiti delle 37 case di riposo padovane sono 4.897, con un tasso di occupazione del 90% dei posti. Le vittime della pandemia sono state 141: 78 sono morte direttamente dentro le strutture, 63 in ospedale. Parliamo complessivamente del 22% degli ospiti risultati positivi. I 617 anziani contagiati rappresentano invece il 12,6% del totale. La casa di riposo maggiormente falcidiata è stata quella di Merlara, una dei simboli dei giorni più bui, con 34 decessi (la metà degli ospiti totali).
«Sono stati dei mesi molto duri ma per fortuna l'esperienza insegna - prosegue Fortuna - e stiamo attentissimi a qualunque comportamento di visitatori, operatori e ospiti. Abbiamo per ogni casa di riposo un medico dedicato che si coordina con il Dipartimento di Prevenzione dell'Ulss 6 e verifica che il piano di sanità pubblica venga applicato. Abbiamo adottato rigidissime procedure di organizzazione interna per evitare il più possibile che entri il contagio nelle case di riposo».
LE DIVISONI
Tra queste misure la più importante riguarda la quarantena imposta per i nuovi anziani ospiti. «Tutte le case di riposo sono dotate di un'area di astanteria dove ogni anziano rimane per 14 giorni - spiega Fortuna - Poi, solo dopo questo periodo e dopo i tamponi negativi, può accedere alle aree comuni con gli altri ospiti. Abbiamo iniziato a fare così a marzo e nel corso dei mesi abbiamo messo a punto il sistema».

Un altro punto-chiave riguarda la divisione tra zone gialle, zone verdi e zone rosse. «Questo ci dà la possibilità di tenere separati gli ospiti negativi, gli ospiti positivi e quelli che hanno sintomi sospetti e sono in attesa dell'esito del tampone - prosegue il direttore dei servizi sociali - Per quanto riguarda invece le norme d'accesso per i visitatori, sono a discrezione del direttore sanitario o del rappresentante legale di ogni struttura. In ogni caso sono stati creati degli spazi appositi per le visite ed evitiamo qualunque tipo di contatto con gli altri reparti. Per ora non c'è necessità di un nuovo lockdown delle case di riposo. Possiamo paventarlo in caso di necessità ma mi auguro proprio che non sia necessario».
G.Pip.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino