Un fascio di raggi laser capaci di tenere alla larga i piccioni. Manca solo quest'ultimo

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Un fascio di raggi laser capaci di tenere alla larga i piccioni. Manca solo quest'ultimo tassello prima di poter definitivamente restituire alla città il monumento ai caduti di piazza Vittoria riportato al suo antico splendore. Ieri è stato tolto il velo dopo la fine dei lavori di restauro durati sei mesi e costati 70 mila euro. Giusto il tempo della cerimonia. Poi il monumento, come previsto, è stato ricoperto per evitare che gli uccelli tornassero subito a sporcarlo e rovinarlo: resterà così fino al 3 ottobre. Il tempo necessario per installare a ridosso del palazzo delle Poste, a cinque metri d'altezza, un gruppo ottico del valore di circa 10 mila euro che in modo cadenzato sparerà raggi laser contro lo stesso monumento per infastidire e allontanare i pennuti. Non ci sarà alcun effetto discoteca: i fari verranno accesi per pochi secondi ogni ora. «È un sistema sperimentale - spiega Mauro Vita dell'azienda che ha restaurato la "Gloria" - in centro era impossibile usare dissuasori acustici. Così sono stati scelti i raggi laser. Il gruppo ottico verrà installato con un'inclinazione tale da non dar fastidio alle persone e alle case». Ed è già stato fatto un passaggio con il Canova per scongiurare il rischio che qualche raggio possa interferire con gli aerei. Nel corso delle cerimonia non è mancata una nota polemica. «È stata fatta nel giorno sbagliato. Si poteva tranquillamente aspettare il 3 ottobre - ha sottolineato il direttore dei lavoriMarco Masobello - . E un'altra cosa che non ha funzionato è stata la presentazione del restauro a Palazzo dei Trecento: l'incontro non è stato pubblicizzato e noi abbiamo parlato a una sala vuota». Ma l'assessore Luciano Franchin spegne i fuochi: «Abbiamo anticipato per evitare l'eventuale maltempo - spiega - e l'iniziativa di palazzo dei Trecento è stata pubblicizzata come altre». La cosa importante, comunque, è che ora la "Gloria", inaugurata dal Re il 4 novembre 1931, è pulita e splendente. «Installeremo anche un'impalcatura mobile - annuncia Franchin - per permettere a tutti di vedere le statue da vicino».
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Il Gazzettino