Un colpo dalla Beretta chiude l'ultimo litigio

Un colpo dalla Beretta chiude l'ultimo litigio
Un colpo di pistola chiude l'ultima lite. E quello dei vicini è lo sguadro dell'incredulità. Sono passate le sette di sera e lo sparo che ha squarciato la storia della famiglia...

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Un colpo di pistola chiude l'ultima lite. E quello dei vicini è lo sguadro dell'incredulità. Sono passate le sette di sera e lo sparo che ha squarciato la storia della famiglia Dri, esploso nella casa a due piani di viale della Repubblica, è alle spalle da almeno mezzora. Ma alle finestre dei condomini che si affacciano sul viale principale del paese, è pieno di occhi rivolti verso il basso. Tutti chiedono cosa sia successo, nessuno ha sentito. «Abbiamo solo visto tante sirene, poi l'arrivo dell'ambulanza», raccontano. Palazzine tranquille, gente che lavora e che a quell'ora era appena rientrata: «Incredibile che sia successo proprio qui, dove si sta tranquilli», dicono degli inquilini di un palazzo che si affaccia su viale della Repubblica. Ma sono i vicini di casa della famiglia Dri ad essere i più scossi. Hanno visto i Carabinieri di Fiume Veneto entrare dal portone della casa che porta i civici 47, 49 e 51, ma non avrebbero mai immaginato un simile dramma. Lui, Franco Dri, nato nel 1941 e padre di due figli, è quasi un simbolo del paese. Descritto come paziente, tranquillo, irreprensibile, grande lavoratore. Il figlio Federico, 47 anni, un passato problematico nel mondo della tossicodipendenza, gli anni lontano da casa in una comunità di recupero e poi il ritorno a quella che sembrava a tutti una nuova normalità.

Dalla casa che da ieri è transennata dal nastro bianco e rosso dei Carabinieri, nessuna avvisaglia di quanto poi è accaduto. «Assoluta tranquillità - garantiscono i vicini - Non sapevamo nemmeno che in quella casa ci fosse una pistola, figuriamoci immaginare una cosa del genere. Franco Dri è un uomo paziente che aveva sopportato con forza gli anni difficili del figlio Federico, che era tornato a vivere con i genitori da circa un anno, dopo tre di comunità». Sembrava uscito dal tunnel della tossicodipendenza. «Stava cercando lavoro - continuano i vicini - ma faticava a trovarlo. Ogni tanto trovava qualcosa da fare, sembrava che tutto andasse meglio. Mai sentite urla o litigi particolarmente violenti. Annalisa Morello, la madre di Federico, è una casalinga tranquilla».
Franco Dri è in pensione da anni dopo una vita di lavoro. Si era diplomato al Malignani di Udine, per poi ereditare il negozio di elettrodomestici che il padre aveva aperto a Fiume Veneto, il primo del genere in paese. Appassionato di bocce, vincitore di numerosi tornei e campionati italiani, conosciuto ovunque per la sua bravura, è stato fino a una decina di anni fa socio della bocciofila Fortitudo di Bannia.
Aveva dovuto chiudere il suo negozietto, piegato dai grandi centri commerciali. Prima della pensione, un nuovo lavoro, da operaio, in una ditta di Fiume Veneto. Da tempo, con la moglie Annalisa Morello, ex operaia del Cotonificio Veneziano, viveva una situazione familiare drammatica legata ai problemi di Federico. L'altro figlio, Stefano, è sposato e ha lasciato da anni la casa di viale della Repubblica.

Da oltre una decina d'anni il nome di Federico Dri non compariva più nelle indagini antidroga delle forze dell'ordine. Gli anni in comunità lo avevano allontanato dal Friuli, sembrava avesse risolto i suoi problemi e che per lui il futuro riservasse nuove opportunità. Ma in casa c'erano ancora tensioni e la tranquillità soltanto apparente.
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Il Gazzettino