Un centro a misura di disabile

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TREVISO - Partiranno a metà ottobre i lavori di eliminazione delle barriere architettoniche nel centro storico, un ulteriore tassello del progetto "MiMuovo a Treviso" che porterà all'adeguamento dei percorsi urbani in favore dei cittadini disabili. Un progetto da 375mila euro, che porta la firma di Stefano Maurizio, uno dei più esperti architetti italiani del settore. Ieri la giunta comunale ha approvato il progetto esecutivo che renderà a misura di tutti importanti percorsi cittadini: da piazza dei Signori al Museo Santa Caterina, da piazza Borsa a Riviera Santa Margherita, dalla stazione dei treni a piazza dei Signori e ancora tratti di via De Gasperi, via Bressa fino alle Poste centrali, via San Nicolò, via Isola di mezzo, viale Cesare Battisti. In concreto l'intervento porterà, con un serrato cronoprogramma, alla continuità dei percorsi garantendo l'assenza di ostacoli per un passaggio di almeno 90 cm, assenza di dislivelli non raccordati, andamento semplice e regolare, superfici non sdrucciolevoli, attento studio dei materiali e dei segnali cognitivi. L'importo complessivo sarà coperto grazie a 225mila finanziati con la partecipazione di un bando regionale, quasi 26mila euro di fondi già impegnati per l'attività di progettazione e quasi 125mila euro derivanti dall'avanzo di bilancio vincolato all'eliminazione delle barriere architettoniche. Grande la soddisfazione dell'assessore alla cura e al benessere urbano Ofelio Michielan, che ha dissotterato dopo un ventennio il Peba (piano per l'abbattimento delle barriere architettoniche) lavorando in collaborazione con Abile città, il macrosoggetto che riunisce Uici, Aism, Anffas, Uildm, Anglat, Cpah, Oltre le barriere, Sidima, Ribaltamente, Associazione parkinsoniani e Csv, le 11 associazioni della disabilità trevigiana. «Tuttavia -sottolinea Michielan- il progetto che stiamo per realizzare è forse, e purtroppo, un caso isolato nel panorama complessivo del Veneto e più in generale dell'Italia. L'attenzione nei confronti della disabilità resta ancora molto bassa».

Elena Filini

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Il Gazzettino