Un'annata da dimenticare: l'agricoltura ora boccheggia

Un'annata da dimenticare: l'agricoltura ora boccheggia
Un'annata così in pochi se la ricordano. L'agricoltura Bellunese...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un'annata così in pochi se la ricordano. L'agricoltura Bellunese boccheggia per la siccità. Se al meteo inclemente la pianura risponde con gli impianti di irrigazione, in provincia gli imprenditori resistono, soffrono e tengono le dita incrociate. «Da noi non esistono impianti di irrigazione spiegano da Coldiretti -, ma considerato il meteo degli ultimi anni dovremmo iniziare ad organizzarci». A dare grattacapi, ora come ora, sono i prati e il mais. I primi, senza acqua, rischiano di non assicurare abbastanza foraggio agli animali mentre per il granoturco questo è il momento clou della crescita, la siccità rischia di bloccarne lo sviluppo. Era una tragedia annunciata, ma a cui non si è mai abbastanza preparati. «Il problema è nato già lo scorso inverno, quando le scarse piogge non hanno permesso la formazione di riserve d'acqua spiega Michele Nenz di Coldiretti -. Da noi sono rare le aziende con pozzi propri e questa sta diventando un problema perché significa dipendere completamente dalle precipitazioni». Le piogge intense ma rapide delle ultime settimane, poi, non hanno portato grande ristoro alla terra. L'acqua quando cade veloce e in grandi quantità non penetra nel terreno ma scivola verso il basso e il ruscellamento genere i noti problemi di erosione e di frane. Ma non irriga. «Nel primo sfalcio dei prati si è ottenuta una produzione discreta - prosegue Nenz -, il secondo raccolto in assenza di piogge rischia di essere scarso. Serve un clima caldo e umido, invece ora assistiamo a temperature elevatissime e ad un terreno arido». In Valbelluna l'estate, nelle annate buone, permette fino a quattro sfalci a stagione, due nella parte alta della provincia. In mancanza di umidità dopo il primo sfalcio gli alpeggi potrebbero restare secchi, senza erba. Il rischio, va da sé, è quello di non avere fieno a sufficienza ed essere costretti ad acquistarlo da fuori provincia. «In questo periodo in pianura stanno irrigando il mais spiega ancora Nenz -, da noi non è possibile e questo è un problema perché il caldo secco potrebbe compromettere lo sviluppo della pianta. Che dire? In futuro bisognerà a pensare a dotarsi di tecnologia e agli invasi per far fronte a stagioni come questa». Nessun problema, di contro, per i piccoli ortaggi. La produzione in provincia è limitata e chi ha grandi appezzamenti si affida per lo più all'irrigazione a goccia.

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino