Un altro sciacallo investito e ucciso Due casi nel primo mese del 2020

Un altro sciacallo investito e ucciso Due casi nel primo mese del 2020
IL FENOMENO UDINE Un altro sciacallo investito e ucciso sulle strade...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
IL FENOMENO

UDINE Un altro sciacallo investito e ucciso sulle strade del Friuli. Il secondo a gennaio del 2020. Non parte bene, per questa specie, il nuovo anno appena iniziato. Nel 2019 la media degli esemplari travolti era stata di uno al mese, per un totale di 12 animali investiti, 4 in più del 2018. Come spiega lo zoologo del Museo friulano di Storia naturale di Udine, Luca Lapini, infatti, il 15 gennaio scorso «un maschio di sciacallo dorato è stato investito sulla tangenziale Nord di Udine, in comune di Tavagnacco, poco a nord ovest dell'abitato di Colugna. La carcassa è stata segnalata da Massimo Buccheri, botanico del Museo friulano di storia naturale di Udine, e recuperata nel pomeriggio del 16 gennaio da Alberto Della Vedova, dell'efficientissimo servizio recupero fauna della Regione. Il 2020 inizia in modo molto difficile per questa specie, in Italia ancora più rara della lontra e dell'orso. Due esemplari travolti nel solo mese di gennaio fan temere un futuro ancor peggiore, nonostante i nuovi gruppi recentemente individuati nella bassa pianura friulana e nei dintorni di Osoppo producano nuovi nati». L'auspicio di Lapini è che in futuro la georeferenziazione dei luoghi in cui sono avvenuti gli schianti possa «aiutare a mitigare il fenomeno, ma pare sempre più chiaro che raccordi autostradali, autostrade e tangenziali a traffico veloce siano le arterie a maggiore rischio per la specie nel nostro Paese». L'ultimo animale morto in uno schianto pesava 10,8 chili, «dovrebbe essere un giovane maschio nato nell'aprile 2019. Quindi in dispersione. Il punto del suo investimento non indica nulla. Potrebbe essere arrivato da lontano». Le stime della comunità scientifica evidenziate da Lapini parlano di «quasi 85» animali stimati in tutta Italia, di cui «circa 60-70» nella nostra regione. Le stime si fanno «calcolando il numero di gruppi riproduttivi più vicino alla realtà possibile - chiarisce -, moltiplicato per il numero medio di esemplari per gruppo, che per il Canis aureus è di 5,3 per tutta l'Europa meridionale», aggiunge. Infatti, «il ministero dell'Ambiente deve rendicontare ogni sei anni all'Ue sullo stato di conservazione delle specie di interesse unionale», come il Canis aureus, «sotto stretta sorveglianza». Per questo, chiarisce, «ogni anno emettiamo stime pubbliche di riferimento, escludendo gruppi transfrontalieri che non esercitano la loro intera attività in Italia». L'ultimo investimento mortale era avvenuto il 2 gennaio scorso, quando la carcassa di uno sciacallo travolto da un'auto era stata raccolta sul raccordo autostradale 13 della E70 che porta a Trieste e alla Slovenia, proprio sotto l'arco settentrionale del ponte ferroviario in località Aurisina. Gli ultimi investimenti mortali del 2019, invece, si erano verificati sui colli di Fagagna e all'uscita dell'A4 Ronchi-Redipuglia.

Cdm
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino