TREVISO - (P. Cal.) La considera un po' una sua particolarissima medaglia. La lettera che la Curia ha spedito a tutte le parrocchie della Diocesi, invitando parroci e famiglie ad...
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In prefettura sono già arrivate le disponibilità di alcune parrocchie, la prima è stata quella di Povegliano. La procedura da seguire è sempre la stessa: chi accetta di ospitare uno o più migranti in un proprio locale, deve sottoscrivere una convenzione in cui si mettono nero su bianco cifre, obblighi e diritti. Il contratto viene firmato con l'ente gestore. Nel caso delle parrocchie, l'ente sarà la Caritas. «Sappiamo che l'appello fatto dal vescovo è stato accolto con molto interesse - continua il Prefetto - attendiamo anche di valutare che impatto avrà sulle famiglie. A oggi, su questo versante, non abbiamo però ancora delle disponibilità ufficiali». Intanto ci si muove in più direzioni. Il prefetto conferma che qualche imprenditore si è fatto avanti per mettere a disposizione dei capannoni. Nessuna struttura è però stata ritenuta idonea. La politica dei capannoni non è poi nelle corde della Prefettura, che punta invece a incentivare l'accoglienza diffusa in piccoli e piccolissimi centri. Unico modo per garantire una vera integrazione accanto alle attività socialmente utili in cui impiegare i migranti: «Non si tratta di lavori socialmente utili perché non è previsto compenso, ma solo di azioni a favore della comunità. Il 14 settembre affronteremo il testo della convenzione assieme al tavolo per l'immigrazione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino