Sta ultimando le riprese di Rosso Istria, e questo premio le fa «un immenso piacere». Eleonora Bolla, attrice nata 30 anni fa a Valdobbiadene, ha ricevuto l'altra sera a Venezia...
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La terza edizione del premio Cinema Veneto Leone di Vetro e International Cinema Avanspettacolo Award, l'altra sera all'Avanspettacolo Theatre Restaurant di Venezia, ha visto sul podio attori, registi, produttori e i talenti che non intendono spezzare il legame profondo con la propria terra: il Veneto. Istituito dall'attore Matteo Tosi e prodotto da Mauro Furlan, il premio ha celebrato la carriera di Fabio Testi come icona del cinema italiano. «Sono orgoglioso di questo riconoscimento- ha commentato l'attore veronese - che arriva dalla mia terra, davvero grazie». Tra i premiati il giornalista di Raitre Domenico Iannaconee, per la produzione, Francesco Bonsembiante, della Jole Film di Marco Paolini. Un leone di vetro anche a Marco Segato per il film La Pelle dell'orso interpretato da Paolini.
«Mi sono trovata in ottima compagnia- prosegue Eleonora - il premio ha ben saputo rappresentare la geografia di un cinema culturalmente attivo e indipendente». In questi giorni Eleonora sta completando, a San Polo di Piave, le riprese del film dedicato alla tragedia delle foibe, poi sarà protagonista in Famosi in 7 giorni di Gianluca Vannucci. «Ho deciso di tornare a casa- riprende- dopo quasi dieci anni a Roma. Ho un'età nuova, e mi sto proponendo per ruoli nuovi». Partita dall'accademia di Alberto Terrani, Eleonora ha recitato a teatro con Alessandro Gassman e sotto la direzione di Damiano Michieletto, facendo fiction, cortometraggi e pubblicità. Sul grande schermo ha dato volto ad Agnes von Kurowsky nel film My name is Ernest ed è stata diretta, tra gli altri, da Ferzan Ozpetek. Ma si è mossa con disinvoltura anche nel mondo della moda, come testimonial per Missoni, Fornarina, Moschino. «Sono felice di essere, in qualche modo, tornata a casa. Voglio ripartire dalla cinematografia veneta, contribuire a dare fermento e forza al Nordest e alle sue storie».
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Il Gazzettino