Ultima domenica, esercenti disperati

Ultima domenica, esercenti disperati
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Nessun assalto per l'ultima domenica in giallo. Niente acuto finale, quindi, e tanta rabbia per chi, da oggi, dovrà di nuovo rinunciare a lavorare. Per ristoratori e baristi, il passaggio all'arancione è stato una doccia fredda. Loro, ieri, hanno vissuto una giornata all'insegna di un flusso di clienti costante ma ordinato. Una domenica dal retrogusto amaro, nella consapevolezza che dal giorno seguente tutto sarebbe cambiato. Almeno finché la morsa delle restrizioni non sarà allentata. Aldo Campalto, dell'omonimo pub in fondamenta degli Ormesini, si dice ormai rassegnato. «Si contava di ripartire ma poi è arrivato un nuovo stop commenta da dietro al bancone e ancora più duro dei precedenti, psicologicamente parlando. Si respira un'incertezza generale, non si sa quando riprenderemo. Niente asporto, nei prossimi giorni. Chiuderemo». «Ristori? Le tranches da 600 euro di marzo e aprile 2020 sono arrivate. Poi qualcosa a maggio, mentre a novembre solo il 30% circa della perdita. Dopodiché niente altro», dice la figlia Arianna, raccontando di essere in cassa integrazione alternata. «Mentalmente siamo distrutti spiega Edoardo Milliaccio, del Dodo Caffe I numeri dei contagi mi sembrano confusi, sono arrabbiato».

Gasparon a pagina II
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Il Gazzettino