Uffici postali senza pulizie da 20 giorni

Uffici postali senza pulizie da 20 giorni
DISSERVIZIChiuso per sporcizia. Potrebbe suonare così il cartello appeso nei prossimi giorni fuori dagli uffici postali di Belluno. Lo sporco sta mandando in tilt il servizio e,...

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DISSERVIZI
Chiuso per sporcizia. Potrebbe suonare così il cartello appeso nei prossimi giorni fuori dagli uffici postali di Belluno. Lo sporco sta mandando in tilt il servizio e, dopo tre settimane di stop delle pulizie, i sindacati minacciano la chiusura degli uffici aperti al pubblico e di quelli per il recapito. L'imbarazzante problema sembra stia coinvolgendo più di 40 presidi in provincia di Belluno, dove la ditta Nuova Idea Srl di Caltanissetta non sta passando mocio e detersivi da parecchio tempo. L'emergenza igienico-sanitaria coinvolge tanto gli spazi di lavoro quanto i bagni, dove al degrado si aggiunge l'assenza di carta igienica e di altro materiale. Non è solo un grave disagio, all'orizzonte si profilano veri e propri rischi per la salute pubblica.

RIPETUTI SOLLECITI
I solleciti ci sono stati, chiaro, da parte del Sindacato dei lavoratori di Poste Italiane della Cisl Slp e di Fisascat Cisl, ma ad oggi non si è mosso uno straccio. Alla base del problema, spiegano i sindacalisti di Fisascat Cisl, c'è la condizione di lavoro delle dipendenti della ditta che ha in appalto il servizio di pulizia.
«Non ricevono lo stipendio da maggio - spiega Daniela Zuliani - e non hanno più neppure i soldi per la benzina necessaria per raggiungere gli uffici postali con l'auto. Allo stesso tempo, l'azienda stessa non rifornisce più il materiale per effettuare le pulizie». Le lavoratrici ai ferri corti con l'azienda sono 30 solo nel Bellunese, un'altra settantina invece nel Trevigiano.
«Attendono gli stipendi di maggio e giugno e anche il Tfr dall'azienda, sempre dello stesso Consorzio, che ha passato l'appalto alla Nuova Idea prosegue Zuliani -. Il problema di base sono questi appalti che vengono assegnati al massimo ribasso a cooperative ed aziende di dubbia provenienza e serietà». Dopo appelli su appelli, ora si pondera di passare alle maniere forti. D'altra parte, dopo 20 giorni non c'è più tempo di aspettare oltre. Il Sindacato dei Postali chiede che vengano ripristinate e garantite le condizioni igienico sanitarie minime nell'ambiente di lavoro e, in caso contrario, minaccia la sospensione del servizio: lavoro sospeso per emergenza sanitaria. Fisascat, da parte sua, ha segnalato più volte il problema a tutti gli organi competenti: Ispettorato territoriale del lavoro di Treviso, commissione Pari opportunità della Provincia, Prefetto e Regione e ora resta alla finestra a guardare chi risponderà.

Un incontro è fissato in agenda, ma la data è ancora lontana e nel frattempo mantenere operativi gli spazi di lavoro sarà un'impresa. La Regione Veneto ha infatti convocato per il 29 luglio le organizzazioni Fisascat, Filcams e Uiltucs, Poste Italiane e Idea Servizi per affrontare la questione e, forse trovare una soluzione che di necessità passerà per un acqua, detersivo e un bel po' di olio di gomito.
Alessia Trentin
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Il Gazzettino