Tutta Italia in giallo e il Nordest si trova a un passo dal bianco

Tutta Italia in giallo e il Nordest si trova a un passo dal bianco
IL CASOROMA L'ultimo ballo con il vecchio sistema per decidere i colori delle Regioni lascia l'ennesima scia di polemica. Lo abbiamo già visto in passato, ad esempio con la...

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IL CASO
ROMA L'ultimo ballo con il vecchio sistema per decidere i colori delle Regioni lascia l'ennesima scia di polemica. Lo abbiamo già visto in passato, ad esempio con la Sardegna. Questa volta a contestare un'altra settimana nel purgatorio dell'arancione è la Valle d'Aosta che, dopo il report di oggi pomeriggio stilato dalla cabina di regia, da lunedì rischia di essere l'unico spicchio del Paese escluso dal giallo.

LA LETTERA
Il presidente della Valle d'Aosta, Erik Lavevaz, esattamente come aveva fatto qualche settimana fa l'assessore alla Sanità della Sardegna, ha scritto una lettera al ministro della Salute, Roberto Speranza, in cui chiede la classificazione in giallo perché «l'indice Rt è sotto la soglia dell'1 da oltre un mese; l'incidenza dei nuovi casi positivi è intorno a 150 su 100.000 abitanti; gli indici ospedalieri sono molto buoni». Perché la Valle d'Aosta è a un passo dall'arancione? Semplicemente perché ha appena completato la prima settimana in quella classificazione di rischio e, proprio come avvenuto per altre Regioni (e ogni volta sono esplose le polemiche) devono trascorrere almeno 14 giorni prima di potere aspirare al giallo.
OBIETTIVO
In attesa del completamento dell'elaborazione del nuovo sistema, che darà molto meno peso all'Rt (che comunque ormai in Italia si è consolidato bel al di sotto dell'1), il report di oggi consentirà a tutte le altre Regioni di godere delle aperture (sia pure limitate) concesse dal giallo. Sul fronte dell'incidenza, dato con cui dovremo abituarci sempre di più a relazionarci, visto che con il nuovo sistema avrà una importanza marcata, ormai ci sono tre Regioni sotto ai 50 casi ogni centomila abitanti, valore che consente di aspirare al bianco (di fatto senza chiusure e senza coprifuoco).
ATTESA
Sono Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Molise, ma comunque anche in questo caso il regolamento del sistema in vigore non consente l'immediato salto nella fascia privilegiata, ma chiede di confermare per tre volte quell'indice. Dunque, niente bianco immediato. Più in generale, l'incidenza sta diminuendo ovunque. Prima di tutto c'è un calo sensibile di quella nazionale, segnale che ogni giorno si registrano meno casi positivi: il fisico Francesco Lucchetta, su dati della Protezione civile, ha effettuato una simulazione dalla quale emerge che l'incidenza settimanale su 100mila abitanti è scesa a 95, la settimana scorsa era a 123. Con questo ritmo (ma non è detto che la discesa mantenga sempre la stessa velocità) non è tanto lontano l'obiettivo ideale dei 50 casi ogni 100mila abitanti che consente di svolgere il tracciamento dei contatti dei casi positivi e, dunque, arginare eventuali focolai. Tra le Regioni, nella fascia di sicurezza compresa tra 100 e 50 casi ci sono 11 Regioni, tra cui l'Abruzzo a 61, il Veneto a 67, l'Umbria a 74, il Lazio a 94 e le Marche a 98. Il dato più alto resta sempre quello della Valle d'Aosta, a 154, comunque assai inferiore a quel 250 che in automatico farebbe scattare la fascia rossa. Con questi numeri (e soprattutto con i reparti che gradualmente si stanno svuotando), anche il nuovo sistema di valutazione, legato all'Rt ospedaliero e all'incidenza, difficilmente causerà altre chiusure.
PASSI IN AVANTI

In sintesi: il report della cabina di regia (Ministero della Salute e Istituto superiore di sanità) di questo pomeriggio descriverà un'Italia in cui finalmente il virus arretra. La vaccinazione sta dando i primi effetti benefici e concreti, visto che i ricoveri sono crollati, soprattutto tra over 80 e operatori sanitari, le categorie che per prime sono state immunizzate. Anche ieri il numero dei nuovi casi ha fatto registrare un evidente flessione, rispetto a 7 giorni prima, con appena 8mila infetti e solo due regioni, Campania e Lombardia sopra quota 1.000. I ricoverati per Covid sono ora 15.500: un numero sempre alto, sia chiaro, ma un mese fa erano il doppio, quasi 31 mila. Anche su scala europea, nel confronto con gli altri Paesi, è evidente come la situazione italiana sia tra le migliori (dati di Ecdc): Belgio, Germania, Grecia e Francia hanno una incidenza più alta, la Spagna però ha meno casi.
Mauro Evangelisti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino