Truffa dei corsi, scagionata la Forcoop di Loiola

Truffa dei corsi, scagionata la Forcoop di Loiola
SAN DONÀL'assoluzione è arrivata e per Patrizia Loiola è la fine di un incubo. La società di formazione sandonatese Forcoop Cora scarl, di cui Loiola è presidente, dieci anni...

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SAN DONÀ
L'assoluzione è arrivata e per Patrizia Loiola è la fine di un incubo. La società di formazione sandonatese Forcoop Cora scarl, di cui Loiola è presidente, dieci anni fa era finita dentro il vortice di una indagine su una serie di truffe ai danni di cittadini extracomunitari, mediante corsi di formazione fittizi presso aziende complici, al fine di ottenere assunzioni di comodo e conseguire così il rilascio fraudolento del permesso di soggiorno. In base alle risultanze di alcune intercettazioni telefoniche, la Forcoop sembrava coinvolta nei fatti. Il Tribunale di Treviso ha accertato però l'assoluta estraneità della società e della stessa Loiola all'inchiesta: la cooperativa è risultata, infatti, vittima di una truffa da parte di soggetti che, utilizzando timbri e carta intestata della società, di cui si erano indebitamente appropriati, falsificavano contratti e documenti, al fine di attestare la partecipazione a corsi di formazione e inserimenti lavorativi da parte di stranieri, alla ricerca disperata di permessi di soggiorno.

Dopo i sequestri della documentazione, il procedimento è rimasto fermo per anni e solo nel 12017 è stata comunicata la chiusura delle indagini, mentre nel 2019 è stata fissata l'udienza preliminare. «In tutto questo tempo - commenta Patrizia Loiola abbiamo subito gravissimi danni, sia sul piano personale che aziendale: la Regione ci aveva comunicato di voler bloccare tutti i nostri progetti, mentre gli istituti di credito ci hanno revocato gli affidamenti. Dal punto di vista dell'immagine ho certamente subito un danno irreparabile, tanto che ho lottato per anni cercando di ottenere la rimozione da Internet della notizia del sequestro e del nostro coinvolgimento nella frode. Si tratta per me, per la mia storia personale e le mie convinzioni, di un reato particolarmente odioso: truffare degli immigrati stranieri, chiedendo fino a 10mila euro ciascuno, per fargli ottenere permessi di soggiorno fraudolenti. Solo ora vedo la luce alla fine del tunnel in cui, come nel Processo di Kafka, ero finita senza alcuna colpa».

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Treviso, Marco Biagetti, ha stabilito l'assoluzione con formula piena perché il fatto non costituisce reato: «La fine di un incubo durato dieci anni», ha commentato alla lettura del provvedimento. Forcoop si è già costituita parte civile nel medesimo processo nei confronti degli autori dei fatti, originariamente coimputati, per ottenere il risarcimento del danno d'immagine e di quello economico-finanziario. In questi anni Loiola è stata assistita dagli avvocati Alberto Teso, Andrea Angeletti e Giovanni Coli; della costituzione a parte civile si occuperà l'avvocato Barbara De Biasi. (F.Cib.)
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Il Gazzettino