«Troppo pericoloso, niente via libera all'apertura notturna»

«Troppo pericoloso, niente via libera all'apertura notturna»
LA TRATTATIVAPADOVA Dopo l'aggressione ai danni di una dottoressa della guardia medica, la Federazione italiana medici medicina generale blocca il progetto di apertura notturna...

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LA TRATTATIVA
PADOVA Dopo l'aggressione ai danni di una dottoressa della guardia medica, la Federazione italiana medici medicina generale blocca il progetto di apertura notturna degli ambulatori di Continuità assistenziale. Ad oggi gli accessi sono ridotti a determinate fasce orarie, previa consulenza telefonica. La rivoluzione della guardia medica, invece, vuole lasciare le porte aperte dalle 20 alle 24. L'annuncio è stato fatto ieri, durante la conferenza stampa della Fimmg nella sede di via Ariosto.

«Noi non firmiamo chiosa il segretario generale, Domenico Crisarà Giovedì avremmo dovuto siglare il protocollo d'intesa per l'accesso continuo e diretto da parte dei cittadini agli ambulatori di continuità assistenziale su tutta la provincia di Padova. Il documento è già pronto, ma l'episodio di violenza nei confronti di una nostra collega ci fa dire no. Chiediamo dei provvedimenti chiari da parte dell'Ulss, dell'Azienda ospedaliera e dell'Ordine dei medici nel rispetto dell'incolumità e della dignità di chi lavora di notte. Un medico di continuità assistenziale guadagna 23 euro lordi all'ora, di notte e nei festivi, con tutti i rischi connessi».
LA MAPPA
In tutta la provincia ci sono 13 sedi di Continuità assistenziale. Quella di Padova copre anche i Comuni di Cadoneghe, Limena, Noventa Padovana e Saonara: un'area pari a 262 mila abitanti. La sede padovana, che di giorno è a Brusegana e di notte all'Oic, conta 28 medici in pianta organica. Entrano in servizio, a turno, cinque medici a volta. In tutta la provincia lavorano 123 medici di continuità assistenziale, il 60% è donna. Un lavoro che può trasformarsi in un pericolo, se si considera che un medico in turno di notte corre da una casa all'altra dalle 20 alle 6. Non è la prima volta, infatti, che una dottoressa di guardia medica diventa vittima di violenza, fisica o verbale.

«Abbiamo proposto, a spese nostre, di dotare i medici di un braccialetto Gps aggiunge Crisarà Basta schiacciare il pulsante Sos per mettersi in contatto con le forze dell'ordine. L'idea era stata accolta positivamente dal prefetto Franceschelli in aprile, ma poi non si è sentito più nulla. Se il progetto avrà successo, lo estenderemo dall'Ulss 6 Euganea al resto del Veneto».
E.Fa.
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Il Gazzettino